A Palazzo Europa incontro con Stefano Ceccanti e testimonianze di giovani sull’impegno politico
La conferenza si è tenuta nell'ambito della mostra fotografica nazionale “DC. Storia di un Paese”
di Pietro Paulo Spigato
Martedì 4 novembre, in Palazzo Europa a Modena, nell’ambito della mostra fotografica nazionale “DC. Storia di un Paese”, si è tenuta la conferenza “Il cittadino arbitro. Riprendiamoci la matita”, promossa dal Centro Ferrari e moderata dal presidente Federico Covili. L’incontro è stato dedicato al tema della partecipazione e della democrazia, e ha visto come relatore principale il costituzionalista Stefano Ceccanti, già senatore e professore di diritto pubblico comparato all’Università “La Sapienza” di Roma. La prima parte della conferenza è stata dedicata all’intervento del professor Stefano Ceccanti, che ha aperto la serata ricordando come “per rendere il cittadino effettivamente decisivo non basta intervenire sulla formula elettorale ma si deve intervenire anche sulla forma di governo”.
Il costituzionalista ha offerto una riflessione ampia e lucida sullo stato della nostra democrazia, spiegando come il sistema politico italiano fatichi da decenni a garantire governi stabili e davvero rappresentativi della volontà popolare. Da qui la proposta di un sistema elettorale “decidente”, cioè in grado di assicurare un risultato chiaro e una maggioranza stabile. Ceccanti ha ricordato che il premio di maggioranza può essere uno strumento utile, ma deve basarsi su una soglia alta di consenso, almeno del 40%, e valere in modo uniforme per entrambe le Camere, così da evitare disallineamenti e blocchi istituzionali. Il professore ha poi allargato il discorso alla forma di governo, sottolineando che la riforma non può fermarsi alle regole del voto. Per l’ex senatore occorre semplificare il rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo e attribuire, ad esempio, al Primo Ministro il potere di indire elezioni anticipate, come accade in molte democrazie europee, per rafforzare la stabilità e la responsabilità politica. Riguardo alla nuova proposta di premierato in discussione, Ceccanti ha espresso un giudizio prudente, descrivendola come un passo avanti, ma ancora incompleta, perché introduce rigidità eccessive senza risolvere il nodo centrale del rapporto tra fiducia e governabilità.
Stando all’ex senatore l’obbiettivo più importante rimane comunque quello di restituire ai cittadini un potere reale di scelta, non solo simbolico. Nella seconda parte della serata sono inter venuti tre giovani testimoni dell’impegno civico e sociale. Matteo Tarabini Solmi, vicepresidente di Azione Cattolica di Carpi per il settore giovani, ha presentato i risultati di una ricerca sulla partecipazione dei ragazzi: meno del 3% è attivo in politica, mentre oltre il 50% si impegna nello sport e il 24% in comunità religiose. “La politica viene percepita come ‘altro’ – ha dichiarato Tarabini Solmi – rispetto alla vita concreta, come qualcosa che non può rispondere ai bisogni reali dei giovani, che sono confusi dal linguaggio e scoraggiati dall’approfondire la complessità delle questioni, spesso banalizzate dagli slogan del momento”. In seguito, la parola è passata a Giulia Mennuti, assessora del Comune di Bastiglia, che ha raccontato come spesso l’impegno politico diretto venga confuso con un semplice esercizio di volontariato e non considerato come un servizio per la comunità. Infine, il contributo di Estefano Tamburrini che ha offerto una testimonianza sulla fragilità della democrazia nel suo Paese d’origine, il Venezuela, ricordando l’importanza del dialogo e la vicinanza a chi soffre come potenti “armi disarmate”. La serata si è conclusa con la risposta ad alcune domande ed i ringraziamenti di Ceccanti alla platea ed ai giovani relatori, riconoscendo nella formazione e nell’impegno educativo delle associazioni un’ottima base per un sempre maggiore coinvolgimento giovanile nella politica, nel tentativo di compiere riforme sostanziali per il futuro del Paese.




