Dialogo con padre Candiard sulla ricerca della felicità nella Bibbia
Speciale Avvento, in dialogo con padre Adrien Candiard, studioso domenicano francese, residente a Il Cairo, in queste settimane in Italia per presentare il suo libro “Quando arriva la felicità. Un viaggio nella Bibbia per chi ha smesso di crederci”
A cura di Luigi Lamma e Daniele Losi
Luigi Lamma, direttore di Notizie, padre Adrien Candiard e Daniele Losi, cineoperatore di Notizie
“Quando arriva la felicità. Un viaggio nella Bibbia per chi ha smesso di crederci”: è il titolo del libro che il domenicano padre Adrien Candiard sta presentando in queste settimane in Italia e che lo scorso 19 novembre ha fatto tappa a Maranello, ospite del Centro culturale Nuovi Incontri. Quale migliore occasione per approfondire insieme a questo brillante studioso, esperto di islam, francese, che ora vive al Il Cairo e parla correntemente l’italiano, il “caso Bibbia” in collegamento con l’importante mostra allestita a Carpi (fino all’11 gennaio 2026). La rubrica quotidiana che Candiard ha scritto per Avvenire ha assunto come filo conduttore la ricerca della felicità nella Bibbia, un tema che oggi pare quasi provocatorio pensando a cosa riempie le pagine della cronaca e le preoccupazioni delle persone. Forse proprio per questo le brevi meditazioni di Candiard hanno catturato tanto interesse e curiosità. Allora interessa ancora essere felici? “Quando il giornale Avvenire mi ha proposto di fare questa rubrica, mi hanno detto ‘scegli tu il tema’ e ho pensato, ‘Beh, la felicità è un un tema che interessa la gente perché c’è chi può dire che la fede non interessa ma nessuno può dire ‘la felicità non mi interessa’, anzi. Poi mi pare che la Bibbia offra un’ampia possibilità di scelta perché si trattava di scrivere 75 testi, da pubblicare per tre mesi in prima pagina, quindi, bisognava trovare qualcosa di variegato se no non si può rimanere su un tema così con tanti testi. La Bibbia offre una grande diversità di spunti anche sul tema della felicità, e ho pensato che si poteva realizzare una piccola inchiesta, che da tempo volevo fare. Così Avvenire mi ha offerto questa possibilità di lavorare e di fare questo lavoro che da tempo avevo in mente di compiere”.
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