L’UE e la salute
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Il cancro, malattia che purtroppo tocca tantissime persone all’interno dell’esistenza, è una malattia diseguale, ovvero, non in tutti i Paesi europei le persone possono beneficiare allo stesso modo di prevenzione e diagnosi precoce e terapie efficaci. La Polonia, per esempio, ha il tasso di mortalità più elevato all’interno dell’Unione, quasi 25.000 morti in più rispetto alla media degli altri Paesi europei. Strumento efficace è lo screening precoce per molti tipi di tumore: dove gli screening sono organizzati bene e i percorsi funzionano, le neoplasie si intercettano prima e si trattano, il paziente entra in una rete che viene preso in carico e accompagnato in tutte le tappe necessarie per la cura della sua malattia. La questione, quindi, non è solo terapeutica ma progettare ed attivare percorsi che funzionano, organizzazioni ben strutturate, continuità di cura. Un problema che grida vendetta in ogni dove sono i tempi di attesa, le liste, gli stop che un paziente è costretto ad avere rischiando addirittura la vita: questo è inammissibile.
La diagnosi e la cura del cancro cambiano in modo sostanziale in base alla località di residenza in Europa e questi sono squilibri che gli Stati dovrebbero prendere in considerazione, anche perché, esistono studi aggiornatissimi su questo tema, l’informazione dettagliata esiste quindi nessuno si può trincerare dietro a un “non sapevo”. La salute è un bene preziosissimo che deve essere tutelato e salvaguardato; Filippo Curtale scrive: “Esiste un consenso unanime sulla necessità di riformare l’Unione Europea. Allora forse, invece di concentrarsi sulla competitività del mercato europeo, sarebbe utile si cominciassero a rivedere le materie oggetto di legislazione concorrente in modo da garantire a tutti i cittadini europei uguali diritti al lavoro, al welfare, e soprattutto alla salute. Una maggiore competitività dell’Europa non necessariamente migliorerà lo stato di salute dei cittadini comunitari, la salute, invece, intesa come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, senza dubbio aiuterebbe la competitività”.




