L’Ausl di Modena replica a Cisl Fp Emilia Centrale: “A Carpi e Mirandola azioni vere”
Percorsi di reclutamento, collaborazione interdistrettuale e valorizzazione del capitale umano. Tutte le misure per garantire stabilità e qualità all’assistenza
Mattia Altini, direttore generale Ausl di Modena
L’Ausl di Modena interviene per replicare alle affermazioni di Gennaro Ferrara, segretario generale di Cisl Fp Emilia Centrale, che con riferimento agli ospedali di Carpi e Mirandola, ha parlato di una “gestione confusa che mette a rischio l’assistenza”.
Con riferimento alla ricostruzione di una organizzazione sindacale riportata dai media, prima di entrare nel merito della situazione della provincia di Modena, si ritiene doveroso precisare che la carenza di personale infermieristico è una delle principali e più gravi emergenze che attraversano il Servizio Sanitario Nazionale, come confermato da fonti autorevoli quali l’ultimo report GIMBE, i dati ISTAT e le ricerche della FNOPI (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche). L’Italia perde circa 10.000 infermieri l’anno e si colloca tra gli ultimi Paesi OCSE per rapporto infermieri/abitanti (nel 2022 erano 6,5 ogni 1.000, contro una media europea di 9,8, con forti disomogeneità territoriali e numeri bassi in quasi tutte le Regioni del Mezzogiorno, sottoposte ai Piani di rientro, oltre che in Lombardia). Anche il rapporto infermieri/medici in Italia è fermo a 1,5, rispetto alla media OCSE di 2,7.
I fattori sono strutturali: gli stipendi degli infermieri italiani sono tra i più bassi sia rispetto al costo della vita che in termini assoluti, iI ricambio generazionale è insufficiente e la professione sempre meno attrattiva, specie nei contesti periferici, un fenomeno aggravato dai pensionamenti, dal progressivo aumento delle dimissioni volontarie e da una formazione che non riesce a coprire il fabbisogno.
“Sul reclutamento di personale infermieristico e l’avvio di nuovi servizi, nessuna propaganda politica – dichiara Daniela Altariva, Direttrice Assistenziale di AUSL Modena -: siamo impegnati nello sforzo di garantire la stabilità degli organici, tramite la ricerca di personale utilizzando ogni forma contrattuale prevista, e aumentare l’attrattività degli ospedali anche in collaborazione con altri enti del territorio.
L’Ausl non ha posto alcun vincolo di budget sul personale infermieristico e i punti più deboli della rete hanno avuto la massima libertà nelle attività di reclutamento. Tuttavia, la attrattività dei presidi periferici rappresenta un elemento di criticità, in un contesto nazionale in cui la domanda supera l’offerta.
Dallo scorso agosto (BUR del 20/08/2025) nella graduatoria di concorso pubblico, alla richiesta di sede lavorativa su Mirandola, su 106 candidati sono stati chiamati ad oggi 70 professionisti e di questi hanno accettato solo 18 infermieri di cui 4 su Mirandola. Complessivamente però nel corso di tutto il 2025 è stato possibile assumere 19 infermieri su Mirandola – prosegue Altariva – di cui 6, a potenziamento degli organici, per l’apertura del reparto semintensiva di Mirandola.
Per agevolare il personale nella scelta di questa sede è stato attivato un progetto di sostegno abitativo sul Distretto di Mirandola, col supporto di Comune di Mirandola e Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola. Finora sono state 10 le domande presentate di cui 9 accolte e una in fase di istruttoria.
È stata rafforzata come mai in precedenza la collaborazione con Azienda Ospedaliero – Universitaria e Ospedale di Sassuolo Spa, per favorire il reclutamento e lo spostamento dei professionisti verso altre aree e con i corsi di Laurea in Infermieristica con le Università di Modena, Ferrara, Mantova e Bologna e con gli Ordini Professioni Infermieristiche, per facilitare l’assunzione dei neolaureati”.
Questa Direzione non ha mai nascosto la fragilità di alcuni presidi sul territorio provinciale, neppure in termini di criticità delle strutture. Al contrario, ha avviato sopralluoghi puntuali, coinvolgendo il proprio staff sanitario, tecnico e organizzativo e la politica locale per porre in atto le relative necessarie contromisure.
Ha predisposto un piano di interventi per riqualificare le principali sedi sanitarie in provincia, del valore di oltre 4 milioni di euro, di cui 1 milione, per la prima volta, da un apposito Fondo manutenzioni cicliche previsto nel bilancio per rendere disponibili ogni anno risorse dedicate alle manutenzioni. È stato risolto consensualmente il contratto manutentivo che aveva generato una catena di inadempienze, così da riprendere una serie di interventi ordinari e straordinari – già visibili – per circa 3 milioni di euro. Sarà infine avviato a breve il Tavolo interdistrettuale per la sanità nord modenese: proprio in questi giorni è stata indirizzata ai Sindaci, per le ultime integrazioni, la bozza di accordo tra i distretti di Carpi e Mirandola per avviare il percorso permanente di discussione sulle funzioni e modalità di integrazione, con l’obiettivo di rendere i problemi risolvibili in modo stabile e duraturo.
Nello specifico della Centrale di Sterilizzazione di Carpi, la questione sollevata fa riferimento a una situazione specifica che si è verificata lunedì 8 dicembre (un problema elettrico occorso a una lavaferri) e che è in via di risoluzione con l’intervento del tecnico del macchinario, già oggi, martedì 9 dicembre. Sono ben note all’Azienda le criticità e tra gli interventi previsti, cui è destinato un milione di euro, sono già stati avviati i lavori di ripristino delle coperture del corpo 6, proprio in corrispondenza della Centrale. Anche la questione relativa alle colonscopie fa riferimento a una situazione puntuale, l’indisponibilità di un professionista che ha costretto al rinvio di 10 appuntamenti, già riprogrammati a stretto giro.
“Siamo consapevoli di quanto ci è stato consegnato e stiamo lavorando per riportare questi punti a standard adeguati. – dichiara il DG Ausl Mattia Altini -. Se vogliamo modificare lo stato delle cose nella nostra sanità provinciale occorrono soluzioni strutturali anticipate da una concatenazione di atti preliminari che, appunto, stiamo compiendo celermente. Il problema non è la volontà di investire, ma la difficoltà oggettiva di attrarre professionisti in contesti periferici: welfare, valorizzazione e benessere organizzativo, anche in questo caso, sono azioni propedeutiche fondamentali già avviate, come dovrebbe essere chiaro ad un’organizzazione sindacale. Le inversioni di marcia che tutti auspichiamo su situazioni critiche da tempo richiedono una serie di misure tra loro consequenziali e una prospettiva di medio-lungo periodo. Solo così sarà possibile garantire stabilità e qualità all’assistenza, restituendo attrattività e solidità ai presidi e all’intera rete sanitaria provinciale”.




