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Attualità, Il Settimanale
Pubblicato il Aprile 14, 2021

Primi segnali di un disagio crescente

Il 20 aprile, in streaming, presentazione del Rapporto 2020 - il primo in tempo di covid - di Caritas, Porta Aperta Carpi e Mirandola, e Recuperandia

Da sinistra: Suor Maria Bottura, Alessandro Gibertoni, Massimo Melegari, Loretta Tromba.

Da sempre la pubblicazione annuale del Rapporto dei progetti e delle attività di Caritas Diocesana, Porta Aperta Carpi, Recuperandia e Porta Aperta Mirandola, rende partecipe la collettività delle innumerevoli iniziative portate avanti, senza fare clamore, nel territorio diocesano, a favore di quanti si trovano nel bisogno. Pagine che si propongono, nello stesso tempo, come lo specchio di uno “spaccato” della nostra realtà, particolarmente bisognoso di attenzione, di cura fraterna e di interventi concreti.

Alla luce di queste considerazioni, il Rapporto relativo all’anno 2020 si presenta quanto mai interessante, poiché registra, per la prima volta, numeri e situazioni correlati alle conseguenze dell’avvento della pandemia da covid-19. Per questo alla presentazione pubblica del dossier, che si terrà in streaming martedì 20 aprile, alle 21, si è deciso di invitare ad intervenire, oltre, naturalmente, ai responsabili delle realtà che hanno pubblicato il testo, alcune personalità in grado di commentarlo e di darne uno sguardo d’insieme: il Vescovo Erio Castellucci, il sociologo Giovanni Carrosio dell’Università di Trieste, fra i curatori della recente “Relazione sul futuro del Distretto di Carpi”, e il segretario della Cisl Emilia Centrale, Andrea Sirianni, per un quadro occupazionale del nostro territorio, con le sue criticità e risorse.

In anteprima su Notizie di questa settimana, Caritas Diocesana, Porta Aperta Carpi, Recuperandia e Porta Aperta Mirandola anticipano alcuni dati contenuti nel Rapporto 2020. Complessivamente – pur nelle differenze tra Carpi e Mirandola – un anno in cui la distribuzione di generi di prima necessità è stata garantita, nonostante momentanee chiusure, norme di sicurezza imposte e riduzione del numero dei volontari attivi, anche se il servizio di ascolto, nella vicinanza fisica alle persone in difficoltà, ha inevitabilmente risentito delle restrizioni. Non è tuttavia venuta meno la rete della solidarietà, che non solo ha permesso di sostenere varie iniziative benefiche, ma anche di creare e rafforzare rapporti e collaborazioni fra gli enti locali.

Accedi alla versione digitale e continua a leggere gli interventi di Suor Maria Bottura (direttrice Caritas Diocesana), Alessandro Gibertoni (responsabile del Centro di Ascolto di Porta Aperta Carpi), Massimo Melegari (coordinatore di Recuperandia) e Loretta Tromba (coordinatrice di Porta Aperta Mirandola).

 

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