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Attualità, Carpi, Territorio
Pubblicato il Giugno 1, 2021

“Non ci arrendiamo: la proprietà si manifesti e blocchi i licenziamenti”

Ennesimo sciopero degli 82 dipendenti della Manifattura Riese posta in liquidazione della nuova proprietà

 

I dipendenti della Manifattura Riese in sciopero innanzi alla sede della Navy Group del socio di minoranza Brunetti

 

Ennesimo sciopero promosso stamattina mattina dalla Filctem Cgil e Filcams Cgil, insieme a Femca Cisl, per la vertenza della Manifattura Riese (marchio Navigare). Ripredendo il nome del marchio, un lavoratore ha disegnato un volantino, “Naufragare’”, che è stato distribuito stamattina.

Dopo il presidio innanzi allo stabilimento della Riese, sindacalisti e dipendenti si sono spostati davanti agli uffici della Navy Group, la società di Massimo Brunetti, figlio del fondatore del marchio nonché detentore del 20% delle quote. Il restante 80% invece è stato di recente venduto dal Fondo Consilium (subentrato cinque anni fa) alla Luchi Fiduciaria di Milano che, dopo pochi giorni, ha messo in liquidazione l’impresa e avviato la procedura di licenziamento collettivo per gli 82 dipendenti.

“Non molliamo – afferma Sergio Greco della Filctem Cgil -. In attesa del tavolo al Mise abbiamo promosso questo sciopero per sollecitare la proprietà tutta a ‘metterci la faccia’ visto che nessuno di loro, né la fiduciaria né Brunetti, si è degnato di dirci qualcosa, nascondendosi dietro alla figura del liquidatore che ha confermato la chiusura dell’azienda e il licenziamento di tutti gli 82 dipendenti. Stanno facendo ‘naufragare’ i lavoratori, perché poi certamente troveranno il modo di sfruttare il marchio, essendo evidente che si tratta di un’operazione di speculazione economica. Faremo altre iniziative per fare capire alla città che sotto a tutto c’è un imbroglio”.

Dal presidio è passato anche il sindaco Alberto Bellelli per testimoniare la sua vicinanza: “E’ una questione di identità. Se questa vicenda perde il lato, fondamentale, del confronto tra tutte le parti, sindacati, lavoratori e proprietà stessa, viene meno il rispetto per l’identità del nostro territorio, che ha sempre cercato di affrontare insieme ogni crisi aziendale, e dunque il rispetto del lavoro stesso”.

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