Intervista a Nello Scavo: in quelle pagine il futuro dell’umanità
Nello Scavo, inviato di Avvenire sui fronti del traffico di esseri umani, è intervenuto al corso per Animatori Laudato Si’ promosso dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima
di Magda Gilioli
Eccola lì, l’Enciclica Laudato Si’, la prima che affronta la crisi ecologica e umanitaria che sta attraversando il nostro pianeta, un libricino largo una decina di centimetri e alto circa uno, pochissimi euro di costo, il pensiero che lo ha scritto Papa Francesco fa tenerezza, il suo aspetto apparentemente innocuo non fa certo sospettare quanto le sue pagine siano invece preziose come i gioielli di un tesoro. Ricche di un amore infinito per tutte le creature della terra ma, al tempo stesso, pagine scottanti e scomode per i grandi poteri: ma come è possibile che questo piccolo volume sia stato capace di creare tanto scompiglio?
Ne parliamo con il giornalista Nello Scavo, inviato speciale dal 2001 di “Avvenire”, reporter internazionale, cronista giudiziario, corrispondente di guerra, autore di libri pubblicati in vari paesi, con vari riconoscimenti tra cui i Premi: “CIDU” per i Diritti Umani del Ministero degli Esteri 2020, “Colomba d’oro per la Pace 2020”, “Emilio Rossi” 2019 dal Dicastero Vaticano per la Comunicazione, “Premio per la Libertà d’Informazione” 2018 da “Articolo 21” Federazione Nazionale della Stampa.
Nello Scavo, lei è stato tra i relatori di uno degli incontri del Corso per Animatori Laudato Si’ promosso dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima che si è appena concluso e nel suo intervento ha raccontato: “Una notte su una nave salvataggio nel Mediterraneo, avevo avuto una discussione molto vivace con dei ragazzi non propriamente casa e chiesa. Ad un certo momento alcuni di loro mi hanno rimproverato e mi hanno detto ‘probabilmente non hai capito fino in fondo e non hai letto e non hai riletto e studiato fino in fondo la Laudato Si’ di Papa Francesco’”.
Secondo Lei quanti cattolici, sia laici che religiosi, hanno “capito fino in fondo, letto, riletto e studiato fino in fondo la Laudato Si’” di Papa Francesco?
L’impressione è che cresce la curiosità e l’interesse del mondo cattolico intorno a questo documento del Papa. Documento compreso e apprezzato subito dai cosiddetti lontani anche se ciascuno ha cercato di prenderne un pezzetto: chi per gli aspetti strettamente politici, chi strettamente economici, altri per questioni teologiche o pastorali. In realtà credo possa essere considerato carismatico e sia un unicum, in cui nessuno aspetto può prescindere dall’altro, perciò è importante conoscerlo, studiarlo e farlo studiare sempre di più anche perché in questa riflessione del Papa, in queste sue analisi e sue esortazioni c’è l’impronta che il Magistro di Francesco vuole dare al futuro della chiesa che è anche il futuro dell’umanità.
Lei ha proseguito l’intervento con questo racconto “… passeggiavo per un parco di Londra commentando come fosse venuto bene il parco con un agente segreto il quale mi disse ‘Guarda che la Laudato Si’ ci sta creando un sacco di problemi (…) ogni mattina qui a Londra il nostro capo ci chiede, prima della riunione delle 9 del mattino, una sintesi ed una valutazione delle omelie del Papa alla Messa nella Cappella di Casa Santa Marta perché, dalle cose che lui dice e da come ha riportato la Laudato Si’, stiamo comprendendo che qualche cosa nei prossimi anni cambierà e dobbiamo tenerne conto’”. A lei sembra che questa percezione di un cambiamento dovuto alla Laudato Si’ sia altrettanto avvertita dai cattolici o per molti di loro è ancora visto come il libro “delle buone maniere” che ti regala un padre?
Per le ragioni che ho detto prima, non credo che il mondo cattolico abbia nel complesso compreso quale sia la portata e l’impatto della Laudato Si’ negli altri mondi e come, altri ambienti, non sempre favorevoli anzi molto ostili al Pontefi ce, al pontificato in generale, alla chiesa, guardano con preoccupazione alle analisi e alle riflessioni del Papa; tanto che viene molto attaccato per quello che ha scritto oltre a quello che fa e dice. Ma il punto è che proprio dalla dimensione dell’inimicizia che la Lauda- to Sì è guadagnata all’interno (purtroppo va detto) del mondo cattolico ma soprattutto all’esterno dovremmo comprendere quanto invece sia importante questo documento.
Il suo intervento continuava con “Da quel momento, tenendo insieme queste due cose che possono sembrare strampalate, provando a metterle in connessione (…) era capitata una cosa molto curiosa: c’era stato l’American Enterprise Institute, l’istituzione che raduna la grande imprenditoria americana, che aveva pubblicato un commento alla Laudato Si’ in cui sostanzialmente accusava il Papa di non essere molto competente su questioni legate all’ecologia e all’ambiente e alle ricadute economiche. Negli stessi giorni un importante centro studi americano, l’Heart Institute, che almeno nominalmente dovrebbe occuparsi della difesa del pianeta, pubblicava uno studio piuttosto approfondito (…) di diversi studiosi esperti di ambiente ed in sostanza diceva che il Papa è totalmente incompetente di ecologia e di ambiente e dovrebbe occuparsi di altro, di questioni etiche e morali e di guidare la chiesa.(…) Però un giornalista si fa delle domande, siamo andati a guardare i bilanci ed abbiamo scoperto due cose curiose: la prima è che questo studio dell’Heart Institute era stato finanziato da alcune società americane coinvolte nel disastro d’inquinamento del golfo del Messico del 2009. (…) questo ci diceva già moltissimo perché curiosamente uno non finanzia con due milioni di dollari uno studio che avrebbe avuto semmai, come esito, quello di dire che i colpevoli sono quelli che stanno inquinando e parliamo di alcune delle più importanti compagnie petrolifere del mondo per altro impegnate in questo momento anche in Libia e molto collegate nel fenomeno della spinta politica e non solo politica perché si commettano abusi contro i diritti umani che poi portano all’emigrazione di cui si è parlato tante volte nelle modalità che conosciamo. Invece lo studio dell’American Enterprise Institute (…) oltre a essere finanziato dai soliti noti aveva, in quel tempo, come presidente/direttore, Lynne Cheney moglie di Richard Cheney, l’uomo nero dell’amministrazione Bush. Ma attenzione fino a quell’epoca era l’amministratore delegato della più importante potente-influente azienda per la produzione ed esportazione di armi da guerra nel mondo”.
Quindi, tutto questo, dimostra che la Laudato Si’ è lo strumento con cui il Papa è riuscito a portare a galla i veri problemi legati alle ricadute economiche sull’ambiente e sull’uomo?
Certamente sì, è lo strumento principale! Nel testo, ci sono moltissimi interrogativi, il Papa fa proprio delle domande, e molti riferimenti riguardano appolitica punto il sistema economico. Tra l’altro ricordiamo che la Laudato Si’ è stata scritta prima della pandemia e puntualmente, tutto ciò che il Papa aveva messo un poco in allerta tutti noi rispetto ad una serie di problemi, questi si sono verificati esacerbati a causa della pandemia.
Scavo, la sua relazione è continuata con questa considerazione “…allora che cosa c’è che mi colpisce della Laudato Si’? (…) il Papa ha posto ventisei domande raggruppate per sedici grandi argomenti. (…) Chi ha letto il testo con attenzione e si è soffermato su queste domande probabilmente da quel giorno non ha più dormito sonni tranquilli perché ha capito esattamente dove andava a parare Papa Francesco. Naturalmente c’è una dimensione che non può essere solo politica però c’è una ricaduta di questo documento che ci impegna così tanto”.
Poi continua leggendo alcune di queste domande, ne riporto solo una che lei ha definito molto forte. “In ogni discussione riguardante iniziative imprenditoriali, si dovrebbe porre una serie di domande per poter discernere ad un vero sviluppo integrale: per quale scopo? Per quale motivo? Dove? Quando? In che modo? A chi è diretto? Quali sono i rischi? A quale costo? Chi paga le spese e come le farà?” Veramente inquietante, perciò le chiedo: Nello Scavo, cosa aspirerebbe si realizzasse, per il Creato e per chi lo abita, grazie alla Laudato Si’ che definisce “uno strumento straordinario, una bussola eccezionale per capire il tempo che viviamo e le responsabilità che ci aspettano”?
Auspico niente di più niente di meno di ciò che auspica Papa Francesco. Considerare veramente questa terra come una casa comune, immaginare un mondo nel quale non si costruiscono più muri perché tutti questi muri ci renderanno prigionieri di noi stessi come anche la pandemia ha dimostrato. Auspico che questo documento porti ad una riflessione profondissima nel mondo cattolico e in generale nel mondo cristiano perché può sviluppare delle domande e delle risposte di senso che sono universali e possono arrivare più lontano di quello che possiamo immaginare. È necessario studiare, conoscere, dibattere, intorno a questo documento che riguarda le mie scelte quotidiane di singolo cittadino, le scelte delle comunità e del futuro delle prossime generazioni.