Arte. Dolori e allegrezze di San Giuseppe
I sette ovali del XVIII secolo provenienti dall’Oratorio del Sacramento a Mirandola e oggi conservati presso la parrocchia
di Andrea Beltrami
Ritornano finalmente alla loro collocazione presisma i sette ovali dedicati a San Giuseppe, opera di autore emiliano (modenese o bolognese) del XVIII secolo raffiguranti “i dolori e le allegrezze del santo”, come già le definiva il Ceretti nel 1891 parlando di queste opere che erano conservate nell’Oratorio del Santissimo Sacramento a Mirandola.
Ricostruendo infatti la loro storia, in base alle predette note di don Felice Ceretti, si apprende che il culto a San Giuseppe si esplicitava, nell’Oratorio del Sacramento, nella seconda cappella di destra (in cornu Epistulae) dove era collocato l’altare a lui dedicato, eretto nel 1607 a cura di Livia di Galeotto Pico moglie del conte Rondinelli di Ferrara, su concessione della confraternita omonima, già presente nell’Oratorio. Nell’ancona lignea, opera del mirandolese Giuseppe Paltrinieri, trovava posto il dipinto che rappresentava San Giuseppe, definito dal Ceretti “d’autore sconosciuto e mediocre”. Nei secoli il giuspatronato di questa cappella passa a diverse famiglie, fino ai Pitocchi che ne acquistano la proprietà e le sepolture nel 1747.
Le memorie restituiscono che in occasione della festa di San Giuseppe venivano esposti alla venerazione dei fedeli gli ovali predetti, di cui si continua la tradizione espositiva anche nell’Ottocento quando gli ultimi signori della famiglia Pitocchi, che probabilmente tenevano i quadretti nella loro casa, li prestavano all’Oratorio affinché fossero resi visibili al pubblico nel giorno di San Giuseppe. Sappiamo che già alla fine dell’Ottocento gli ovali passano di proprietà della parrocchia, così come che la festa del Santo viene celebrata in Collegiata preceduta da un novenario… continua a leggere.