Nomadelfia
Attualità, Carpi, Il Settimanale, Territorio
Pubblicato il Luglio 28, 2021

Nomadelfia a Carpi

Da sinistra don Gildo Manicardi, Francesco, Silvia e Federico

 

Giornata carpigiana lo scorso 15 luglio per il presidente di Nomadelfia Francesco e i due vicepresidenti Silvia e Federico, per alcuni incontri in vista di un possibile “ritorno” di Nomadelfia a Carpi, Mirandola e Modena per alcune iniziative comuni da realizzare nei prossimi mesi. Quest’anno infatti a causa della pandemia non è stato possibile ricordare con eventi pubblici il 40° anniversario della morte di don Zeno Saltini (15 gennaio 1981) e il 90° anniversario della prima messa in Cattedrale a Carpi (6 gennaio 1931).

Quest’ultima è una data importante perché fu in quell’occasione che don Zeno accolse come figlio Danilo (detto Barile) un giovane appena uscito dal carcere e lì nacque Nomadelfia. Sono diversi anni che Nomadelfia non ritorna a Carpi e a Mirandola, luoghi dove questa esperienza è nata, e, venuti a mancare i testimoni della prima ora, alle nuove generazioni sia dei nomadelfi che dei carpigiani e mirandolesi vanno raccontate le radici di questa opera che oggi possiamo definire profetica. La visita, concordata da tempo, è giunta dopo le significative parole su Nomadelfia pronunciate dal presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, domenica 11 luglio a Fossoli.

“Siamo rimasti colpiti da questo riferimento a Nomadelfia nell’ampio discorso di Sassoli – afferma Francesco – per questo gli abbiamo scritto per ringraziarlo”. Nel corso della gior- carpigiana alcuni incontri istituzionali con il vicario generale della Diocesi monsignor Gildo Manicardi, con il sindaco di Carpi Alberto Bellelli e con il vicesindaco di Modena Gianpietro Cavazza. Un passaggio obbligato la visita alle Sorelle Clarisse per rinsaldare “in presenza” un legame spirituale e di preghiera che affonda le sue radici fin dalla vocazione di don Zeno. Nel pomeriggio prima dei saluti c’è stato il tempo, specie per Silvia e Federico, di scoprire quei luoghi di Carpi che spesso don Zeno ricordava nei suoi discorsi.

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