Affitto
Attualità, Territorio
Pubblicato il Agosto 27, 2021

Affitto di casa: rinegoziazione o contratti nuovi a canone concordato

I contributi si possono chiedere tramite associazioni di inquilini e proprietari convenzionate

 

 

Sono aperte le domande di contributi per calmierare il canone di affitto domestico: è infatti esecutivo l’avviso pubblico dell’Unione Terre d’Argine, per gestire i fondi messi a disposizione della Regione e destinati a proprietari e inquilini che intendano rinegoziare contratti di locazione esistenti, o stipularne dei nuovi a canone concordato.

Lo scopo, si legge nell’avviso, è favorire la rinegoziazione, con eventuale modifica della tipologia contrattuale, “quale strumento per fronteggiare la difficoltà nel pagamento del canone da parte dei nuclei familiari, in particolare quelli incorsi in una contrazione del reddito, anche a causa della crisi economica originata dall’emergenza sanitaria covid-19”.

La rinegoziazione sarà gestita con l’assistenza delle organizzazioni che rappresentano proprietari e inquilini, alle quali ci si deve rivolgere insieme per presentare domanda.

Questo l’elenco delle associazioni convenzionate: Ape, Asppi, Uppi. Confappi, Sunia, Sicet, Uniat e Assocasa.

I contributi saranno versati direttamente ai proprietari degli alloggi, in unica soluzione, dopo che la Regione avrà trasferito i fondi agli Enti locali.

Possono fare domande le famiglie con un ISEE fino a 35mila euro, titolari di un contratto di locazione a uso abitativo registrato da almeno un anno, con residenza nell’alloggio oggetto del contratto di rinegoziazione.

Affinché scatti il contributo, la riduzione del canone dev’essere almeno del 20% e venire applicata per sei mesi minimo: in ogni caso, il canone rinegoziato non può superare gli 800 euro mensili. Il contributo al proprietario può essere del 70, 80 o 90 per cento del mancato introito, a seconda che la riduzione duri fino a 12 mesi, fino a 18 o oltre 18 mesi: il contributo comunque non può superare, rispettivamente, i 1500, 2.500 o 3.000 euro.

Nel caso invece di modifica della tipologia contrattuale da “libero” a “concordato”, le cifre sono queste: canone non superiore a 700 euro mensili, contributo dell’80% calcolato sui primi due anni, fino a un massimo di 4.000 euro.

L’avviso integrale è disponibile sul sito dell’Unione: per presentare domanda c’è tempo fino al 2 novembre.

Per informazioni: Ufficio Casa o Sportello Sociale del proprio comune.

 

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