Quos vult perdere, Deus dementat. Quando le persone vogliono rovinarsi Dio le fa sragionare
Quos vult perdere Deus dementat. Quelli che vuole mandare in rovina, Dio li fa sragionare, li rende dementi. Così pensavano gli antichi nella loro saggezza. È vero che non era ancora arrivato un certo Gesù a dirci cose un tantino diverse, ma l’essenza del messaggio conserva una sua evidente attualità, a ricordarci che la rovina dell’uomo e della società comincia sempre quando si comincia a sragionare.
Nei giorni scorsi, il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali, istituto di ricerca socio-economica fondato nel 1964) ha pubblicato un’indagine da cui risulta come il Covid abbia fatto emergere una parte del Paese che crede nell’irrazionale. “È un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà”.
Veniamo così a sapere che per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni di persone) il Covid semplicemente non esiste. Per il 10,9% il vaccino è inutile e inefficace. Per il 31,4% è un farmaco sperimentale e le persone che si vaccinano fanno da cavie. Per il 12,7% la scienza proanni, più danni che benefici. Il 19,9% della popolazione considera il 5G (ossia la tecnologia di quinta generazione per rendere sempre migliore l’uso del cellulare) uno strumento per controllare le menti delle persone. Il 5,8% è sicuro che la Terra sia piatta e il 10% è convinto che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna.
Fa poi la parte del leone la teoria cospirazionistica, come la definisce il Censis, che ha contagiato il 39,9% degli italiani, secondo la quale “l’identità e la cultura nazionali spariranno a causa dell’arrivo degli immigrati” qui portati per la regia di occulte élites globaliste.
Se poi andassimo a frugare ulteriormente nelle pieghe delle credenze irrazionali, scopriremmo Madonne che invitano a non vaccinarsi, persone assolutamente convinte che chi si vaccina morirà entro due zelanti pastori sicuri che le dosi vaccinali siano preparate da aborti, causati allo scopo. I numeri statistici possono lasciarci indifferenti, ma se poi andiamo a tirare le conclusioni, le domande si fanno inquietanti.
Come potremo mai uscire da questa pandemia se una parte della popolazione si rifiuta di seguire e servirsi della scienza? Con quali strumenti riusciremo mai a convincere chi dimostra di non voler entrare in nessun percorso logico, forte di un fideismo irrazionale, di cui neppure il Padreterno gode della stessa intensità? Medici che si presentano col finto braccio in silicone per evitare il vaccino, padri di famiglia che perdono il lavoro pur di non farlo, compravendita di falsi green pass per evitare i controlli, covid party in cui si va a casa di un infettato per infettarsi a propria volta ed evitare l’iniezione…
Il tutto giustificato in nome della libertà, come se questi signori fossero delle isole felici, separati dagli altri, e come se il prezzo delle loro scelte non ricadesse su tutta la società, in termini sanitari, economici e sociali.
Se il detto degli antichi calza perfettamente alla situazione Covid, in Europa non è che siano molto da meno. I suggerimenti dati dal Parlamento europeo sul modo di comunicare e subito ritirati, perché si sono resi conto d’aver fatto la figura degli scemi, suggeriva di evitare di dirci Buon Natale.
Troppo scorretto far riferimento a Gesù, notoriamente intollerante verso la diversità. Evitare i nomi cristiani, Maria, Giovanni… Vuoi mettere Malika e Moustafà? E poi perché dire signore e signori, così sfacciatamente di genere, invece del più corretto “cari colleghi”? Penso a una prossima riunione con le signore della San Vincenzo e ad un pacifico esordio, politicamente corretto: cari colleghi… Libere loro di pensare che Deus dementat.