In ascolto del creato
Presso la Casafamiglia Vignato della Comunità Papa Giovanni XXIII a Mirandola si è avviata l’azienda agricola “Il Principe Felice”.
di Virginia Panzani
Paola e il figlio Giovanni raccolgono la lavanda
Il tavolo dove si mangia tutti insieme, ma anche la base di appoggio dove si lavora, ciascuno con il proprio compito. E’ in questa dimensione familiare che è nato il Progetto “Il Principe Felice”, una piccola azienda agricola che sta prendendo forma a Mirandola nei terreni intorno alla casa di Paola e Matteo Vignato della Comunità Papa Giovanni XXIII, intitolata a monsignor Giuseppe Tassi. In queste settimane che precedono le feste, è stato possibile commercializzare i primi prodotti a base di lavanda – con il marchio “Il Principe Felice” -, una delle peculiarità dell’azienda.
“Abbiamo il dono e la grazia della disponibilità di questi spazi, fra cui due boschetti piantati oltre vent’anni fa dal nonno – raccontano i coniugi Vignato -. Il sogno è quello di creare nel tempo una fattoria, con coltivazioni di vario genere e alcuni animali, per offrire uno spazio di contatto diretto con la madre terra alla comunità di Mirandola, autoprodurre quanto più possibile frutta e verdura necessarie per la Casa-famiglia e offrire un’opportunità di attività lavorativa a qualche persona del territorio in situazione di svantaggio”.
Paola e Matteo, com’è nata l’idea di dare vita al progetto “Il Principe Felice”? E perché la scelta di questo nome ispirato ad un racconto di Oscar Wilde?
L’idea è nata durante il lungo lockdown del 2020. Costretti a casa, abbiamo passeggiato a lungo nella campagna che ci circonda, ringraziando per il dono di questo spazio e apprezzandone la bellezza. Abbiamo raccolto piano piano l’ispirazione di ampliare l’attività di accoglienza della nostra Casa-Famiglia con un progetto che ci avvicinasse alla terra, alla natura, alla semplicità. Il nome ci è apparso chiaro fin dal primo momento. Invitiamo a leggere la favola di Oscar Wilde.
La statua d’oro e le pietre preziose di un principe che sceglie di spogliarsi di tutte le preziosità, ora superflue, per donarle a chi è nel bisogno, e lo fa con l’aiuto di una umile rondine che diventa il suo braccio e i suoi occhi. Crediamo che il messaggio di questo racconto rappresenti bene ciò che cerchiamo di vivere e che vorremmo animasse anche questo nuovo progetto… continua a leggere.