Fuge, tace, quiesce!
di don Luca Baraldi
Nella tradizione dei monaci del deserto, si tramanda la storia di uno di loro, Arsenio. Era un uomo in ricerca di una vita sensata e si dice pregasse Dio con insistenza domandandogli: “Mostrami, Signore, il cammino della salvezza”. Così un bel giorno, continua il racconto, venne a lui una voce che diceva: “Arsenio, fuge, tace, quiesce”… che tradotto significa: “Arsenio, vattene, fai silenzio, trova pace”.
Nei territori sperduti e remoti nei quali sono “fuggito” – o per meglio dire dove sono ora – una delle cose che più colpisce e fa pensare è il silenzio. Le nostre città, i nostri paesi, non conoscono questa realtà, così ingolfate come sono di mezzi, aziende, infrastrutture. Qui non c’è nulla e così basta allontanarsi qualche centinaio di metri dalle abitazioni che ogni rumore, ogni voce, si spegne.
Certo mi è capitato anche in passato, in valli alpine particolarmente isolate, o fra le vette del Pamir o della catena Himalayana di percepire questa affascinante assenza di rumori; tuttavia qui, avendo molto tempo a disposizione per fermarmi e pensare, mi sono accorto con più chiarezza di come nel silenzio tutto trovi una sorta di amplificazione: i le preghiere, le domande…Tutto, anche le cose più insignificanti, comincia a trovare una qualche rilevanza.
Credo che la voce che rispondendo al monaco Arsenio lo invitava al silenzio, volesse indicargli un atteggiamento che è tipico del Padre. Egli tace – l’esempio più eloquente è la croce del Figlio -, e così al suo cuore anche l’essere più fragile, piccolo, miserabile, trova una eco, diviene una perla preziosa.
La Quaresima, fra le altre cose, è tempo di silenzio (nella liturgia, ad esempio, gli strumenti musicali dovrebbero tacere, almeno in teoria), tempo nel quale tacendo impariamo a quiescere, ad entrare in quella pace integrale che è il dono del Risorto nel giorno di Pasqua.
Chissà che in questo tempo verso il grande giorpensieri, no in cui celebriamo la Vita, non sia possibile a ciascuno, almeno un po’, di fuggire e – allontanandosi dal chiasso che la frenesia del mondo ci impone, con la sua pressione per essere all’altezza delle situazioni, dello standard economico, dell’immagine che diamo…- tacere, entrare nella pace? É quanto vi auguro.
Buona Quaresima!
Vostro d. Luca
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