Luoghi della memoria: trovare insieme una via di pace
di Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli
La guerra non risolve nulla
In questo momento in ognuno dei cinque maggiori luoghi della memoria italiani – Fossoli, Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e Casa Cervi – si sta svolgendo un incontro che vuole essere un rito di implorazione: cessino le armi, cessi questa guerra terribile, ci si riunisca intorno a un tavolo e si costruisca, si costruisca una condizione di pace ragionevole.
Noi non abbiamo autorevolezza particolare, ma rappresentiamo l’autorità delle vittime che siamo chiamati a rappresentare. E’ la nostra sola forza che ci fa dire una parola di verità: la guerra non risolve mai alcun problema. La guerra si fa per uccidere, per uccidere e far soffrire, e finisce quando si è raggiunto l’obiettivo prefigurato: quante vittime, quante vedove, quanti orfani, quante tonnellate di macerie, quante industrie ospedali e scuole distrutti, dovranno essere contabilizzati per dichiarare raggiunto il risultato? La guerra non risolve e non produce equilibri nuovi migliori dei precedenti: se ne renderà conto presto anche Putin. “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo”, ammoniva già nel 1945 Salvatore Quasimodo.
Perché la guerra?
Per un po’ di territorio in più? Per dimostrare la superiorità della propria forza? E poi che te ne fai di questo esito se tutt’intorno hai fatto il deserto, che tu, presunto vincitore, dovrai ricostruire e ridargli vita? Che farai, come vivrai tu stesso, presunto vincitore, circondato dall’odio e da sentimenti di vendetta dei vinti? Quel po’ di territorio che presumi di aver conquistato si ribellerà proprio a te che, in un empito di follia, hai osato paragonarti a Dio, commettendo quello che secondo la Torah è il solo peccato umano degno di questo nome. E attorno a te, alla tua terra aumentata di qualche centimetro nell’economia di un universo infinito, si raduneranno tutti i tuoi nemici di ieri e di oggi per chiederti conto di ciò che non avresti dovuto ma hai voluto fare e ti imporranno nuove condizioni, e forse ti diranno che del tuo petrolio e del tuo gas fra un po’ non avranno più bisogno. Perchè l’hai fatto?
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