Da San Giacomo a Villa Emma le strade della libertà
L’unione dei Sacerdoti Piccoli Apostoli alla prova della guerra e della Resistenza nel territorio modenese.
di Maria Peri
Da sinistra don Enzo Bertè, don Giuseppe Tassi, monsignor Vigilio Dalla Zuanna e don Marino Golinelli
Nel 1968, Ilva Vaccari ne “Il tempo di decidere”, scriveva così di don Zeno e la sua partenza verso il sud Italia nel settembre 1943: «Lascia in eredità, però, un movimento che collega numerosi giovani preti e parroci di città e di campagna, a contatto con le masse popolari e muoventesi, sotto la spinta di esse, sul terreno dell’antifascismo e del patriottismo.
Esso troverà il suo capo spirituale nel cappuccino Dalla Zuanna … il suo eroe in don Elio Monari … e il suo precursore in don Zeno Saltini … per l’impulso e l’impronta che diede alla resistenza cattolica carpigiana».
Don Luigi Bertè detto don Enzo
Dal settembre 1943 all’aprile 1945, molte saranno le vicissitudini che si abbattono sul casinone. Don Luigi Bertè, detto don Enzo, dovrà difendere i suoi ragazzi in tutti i modi dalla fame e dalla guerra: alcuni verranno arrestati, altri si dirigeranno verso la montagna, altri si impegneranno nella resistenza in pianura. Purtroppo non mancheranno le vittime. Ma don Enzo va oltre.
Nel suo testo, Rinaldi racconta che il sacerdote si reca nel palazzo comunale di Mirandola per un colloquio con il commissario prefettizio il quale, al suono della sirena dell’allarme aereo, scappa senza neanche salutare. Il sacerdote ne approfitta per prendere un timbro che servirà per contraff are le carte di identità da fornire a un gruppo di 16 ebrei in fuga.