Ucraina: celebrata una Pasqua di sangue
Dal Risorto speranza di pace. La vicinanza del Papa: “in questi giorni si sente più il fragore mortale delle armi anzichè il suono delle campane”
di M. Chiara Biagioni
don Olexander Sapunko
Pasqua di sangue. Pasqua di dolore. Nonostante i ripetuti appelli dei leader mondiali e religiosi per una “tregua pasquale”, l’Ucraina ha vissuto giorni “santi” di assedio, allarmi e attacchi continui. In questo contesto di pericolo e sangue, i cristiani – ortodossi e grecocattolici – hanno celebrato la Pasqua secondo il calendario giuliano. Sono passati 60 giorni, due mesi da quando il 24 febbraio scorso la Russia di Putin ha invaso l’Ucraina. Gli auguri tristi e di speranza arrivano anche dal presidente Volodymyr Zelensky. “A Pasqua – ha detto il capo dello Stato -, chiediamo a Dio la grazia di realizzare il nostro sogno più grande: il giorno in cui una grande pace arriverà in Ucraina”. E dal Fanar, sede del Patriarcato ecumenico, prendendo la parola alla veglia pasquale, il pensiero del Patriarca Bartolomeo “corre stasera all’Ucraina martire e a tutti gli angoli della terra, dove prevalgono la violenza e il crollo della dignità umana”.
Il Patriarca prega per “la pace dei popoli, di cui l’umanità ha così disperatamente bisogno” e torna di nuovo a chiedere nel giorno di Pasqua di “aprire corridoi umanitari, passaggi sicuri verso aree veramente sicure, per le migliaia intrapche polate a Mariupol, i civili, tra cui i feriti, gli anziani, le donne e molti bambini.