Tempo di libertà virtuosa
Al via i centri estivi, coinvolti centinaia di ragazzi ed educatori.
Stefania Cucconi, pedagogista Fism
“Poi, quasi d’improvviso tutto cambia!” Le importanti e complesse impostazioni della vita quotidiana, della scuola e dei diversi impegni che animano la vita dei bambini durante la maggior parte dell’anno si fermano, per lasciare spazio ad un tempo quasi opposto al precedente: un tempo lento, calmo in cui le richieste cambiano di direzione. Il tempo estivo, è un tempo eccezionale (dal latino “tirar fuori”, etimologicamente uscire dall’ordinario) in cui, come in nessun altro spazio di vita che i bambini e ragazzi frequentano durante l’anno, essi possono lavorare su di sé, sulle modalità di stare in relazione, sperimentandosi in modo nuovo con chi condivide con loro l’esperienza del centro estivo.
Quello che i ragazzi hanno appena iniziato a vivere, è un tempo libero: in cui i bambini hanno la possibilità di rimettere in discussione tanti aspetti della loro quotidianità, di vedere se stessi e il mondo da un punto di vista diverso. I criteri a cui rispondere durante l’anno vengono meno, non ci sono più richieste da soddisfare: è il tempo in cui ci si rimette in gioco.
Spesso si dice che i bambini fanno presto a fare amicizia, ma non è del tutto vero! Loro sono veloci a rompere il ghiaccio, a trovare un gioco da condividere e su cui poi lasciano sempre aperta la possibilità di costruire dei legami più profondi di amicizia. Nei gruppi classe, nei gruppi di bambini che incontrano nelle attività che svolgono durante l’anno, poco a poco si costruiscono delle relazioni che hanno equilibri ben precisi: all’interno di questi contesti, ognuno di loro ha una posizione, un ruolo ben preciso. Il centro estivo è un luogo in cui hanno la possibilità di potersi mettere in discussione, di essere conosciuti e di conoscere le persone in modo diverso. Capita anche tra chi si conosce da tempo che durante i mesi estivi si scoprano qualità fino allora sconosciute, ridefinendo in questo modo le relazioni.
Ciò che permette di offrire ai bambini e ragazzi queste possibilità sono la dimensione del tempo e le richieste che vengono fatte loro. Durante l’anno i ragazzi vivono direttamente o di riflesso dagli adulti che incontrano un tempo concitato, per i più piccoli spesso troppo veloce, che non lascia loro lo spazio per capirsi all’interno delle situazioni. Il tempo del centro estivo è un tempo lento, le lunghe giornate di centro estivo, hanno la possibilità di sperimentarsi e sperimentare, di vedere le cose da diversi punti di vista, è un tempo a loro misura, un tempo donato in cui respirare tutto il sapore della vita!
Ecco allora, che finalmente le nostre parrocchie si ripopolano quotidianamente, si riappropriano di quel ruolo così limitato in questi due lunghi anni, e possono riprendere a curare le relazioni tra e con i bambini e ragazzi, possono riprendere ad essere considerate come luoghi in cui poter “fare la differenza” per i bambini e ragazzi. Le parrocchie danno al centro estivo un luogo fisico, concreto in cui ricreare quella dimensione di cura educante che tanto le appartiene. Oggi i ragazzi vivono in un mondo in cui i luoghi di ritrovo non sono sempre fisici, le videochiamate, le chat dei diversi social, permettono loro di restare in contatto senza un incontro incarnato. Sono, però, i ragazzi i primi a riconoscere l’importanza di questo spazio fisico: chiedendo ad alcuni di loro perché hanno scelto di frequentare il centro estivo, hanno risposto che “al centro estivo possono stare insieme e NON usare il cellulare”.
Spesso il compito di animare i centri estivi viene rivolto ai ragazzi giovani, che, affiancati dal parroco o da alcuni educatori adulti, hanno la possibilità di sperimentarsi in un primo luogo di responsabilità, in cui vengono riconosciuti dai più piccoli come importanti punti di riferimento per la loro maturazione. Anche questa è una proposta che si inserisce in un percorso formativo in cui i giovani hanno la possibilità di riflettere sul loro senso di responsabilità verso i primi impegni lavorativi, di cura verso i più piccoli che li prendono a modello lasciando in loro impronte tangibili, e di maturazione verso un mondo un poco più adulto.
Il centro estivo è un tempo di libertà necessaria, non possiamo dimenticare i due anni appena trascorsi. Nel 2020 i centri estivi erano previsti con fortissime restrizioni, si parlava di luoghi per rispondere al bisogno di aggregazione tra bambini e ragazzi, lo scorso anno sono stati ancora con grandi limitazioni di capienza. Quest’anno finalmente c’è la possibilità di poter rivivere l’organizzazione esistente prima della pandemia, con la conseguente possibilità di tutti i soggetti coinvolti di incontrarsi tutti insieme, e non soltanto in piccoli gruppi stabili. Finalmente, bambini e ragazzi possono sperimentare quella libertà di incontro e amicizia molto limitata in precedenza.