Camilla Pio di Savoia, una donna sinodale
Il 4 luglio dell’anno 1500 Camilla Pio di Savoia fondava il monastero di Santa Chiara in Carpi. Nel 20° dalla chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione, la nobildonna divenuta discepola di Santa Chiara “rivive” nelle parole della studiosa Mariafiamma Faberi
di Virginia Panzani
Ritratto ideale della Beata Camilla Pio di Savoia
Era il 4 luglio dell’anno 1500 quando la nobildonna Camilla Pio di Savoia, insieme ad alcune Clarisse giunte da Cremona, dava inizio alla vita regolare nel monastero in Borgonovo a Carpi, nel luogo dove ancora oggi si trova. Il 4 maggio 2002 si concludeva, nella chiesa di Santa Chiara, la fase diocesana del processo di beatificazione, con la volontà di giungere ad un riconoscimento ufficiale di quel titolo di “beata” che da sempre la devozione popolare ha accompagnato al nome di Camilla per le numerose grazie a lei attribuite già subito dopo la sua morte. Uno dei frutti della rinascita di interesse nel 2001-2002 per la Clarissa carpigiana è stato il volume “Camilla Pio. Contemplativa in azione” (Ed. Porziuncola, Assisi, 2001) di suor Mariafiamma Faberi, clarissa del monastero di Forlì, profonda conoscitrice del movimento clariano tra ‘400 e ‘500 in Emilia – basti pensare a Santa Caterina de Vigri di Bologna. Seppure nella ristrettezza dei tempi di stampa di Notizie, con “francescana letizia” suor Mariafiamma ha accettato di ritornare, per i nostri lettori, sulle vicende e sulla spiritualità della beata Camilla.
Suor Mariafiamma, nel suo volume lei evidenzia che, come Santa Teresa d’Avila a Malagon nel 1562 in Spagna, anche Camilla Pio ha costruito pietra dopo pietra il “proprio” monastero, come lo desiderava lei. Come spiegare questa somiglianza?
Il parallelo con Santa Teresa d’Avila è ardito ma non inappropriato, infatti non c’è italiana che si sia avventurata in un’impresa di questa grandezza: costruire il proprio monastero ed insieme costruirlo per la propria città. Camilla Pio non ha però mai preteso di essere la fondatrice, nome che spetta unicamente a Santa Chiara, ma semplicemente “iniziatrice” delle figlie della Santa di Assisi a Carpi, tra le quali anche lei si riconosce come “minore della regolare osservanza” cioè appartenente alla riforma dell’Osservanza francescana che ha in San Bernardino da Siena, Patrono di Carpi, uno dei massimi esponenti in tutta Italia. È assai interessante cogliere con che operosa dedizione e determinazione comperò nel 1489 dalla cognata, la magnifica signora Benedetta del Carretto, un casamento posto in Borgonovo per il prezzo di 600 ducati d’oro, pagati con vari gioielli e denari.
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