Festa di Santa Chiara con le Sorelle Clarisse
Le celebrazioni nella chiesa di Santa Chiara a Carpi il 10 e l’11 agosto insieme alla fraternità delle Sorelle Clarisse. Dalla testimonianza di Chiara d’Assisi, “pianticella di Francesco”, alla fondazione del monastero carpigiano nell’anno 1500 ad opera della Beata Camilla Pio di Savoia
di Virginia Panzani
“’Va’ sicura perché hai buona scorta, nel viaggio. Va’, perché Colui che t’ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore. E tu, Signore, sii benedetto, che mi hai creataʼ. Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose: ‘Io parlo all’anima mia benedetta’”. Furono queste alcune fra le ultime parole pronunciate da Chiara d’Assisi, prima del suo “transito” al Cielo l’11 agosto 1253 nel monastero di San Damiano.
Per celebrare la festa della loro Madre fondatrice le Sorelle Clarisse del monastero di Carpi propongono, come da tradizione, alcuni momenti di particolare preghiera a cui tutti sono invitati a partecipare.
Questo il programma che si terrà nella chiesa di Santa Chiara in corso Fanti.
Mercoledì 10 agosto, alle 21, Veglia nel transito di Santa Chiara.
Giovedì 11 agosto, memoria liturgica della Santa, alle 7, Lodi; alle 7.30, Santa Messa. Si proseguirà alle 18, con i Vespri seguiti dalla Santa Messa.
“Pianticella di Francesco” e protettrice della televisione
Nata ad Assisi nel 1194 dalla nobile famiglia degli Offreducci, Chiara aveva dodici anni quando il giovane Francesco fece il gesto di spogliarsi pubblicamente di tutti i vestiti per restituirli al padre, Pietro di Bernardone. Conquistata da questo esempio, a diciotto anni ella fuggì di casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le tagliò i capelli e le fece indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di San Paolo, a Bastia Umbra. Dopo pochi giorni i familiari la vennero a cercare. Ricorsero persino alla violenza, ma lei si aggrappò all’altare; a questo punto si scoprì il capo mostrando il suo stato di penitente. Così essi presero atto che, giunta a quel punto, ormai era al di fuori della giurisdizione familiare. Chiara si rifugiò allora nella chiesa di San Damiano, in cui fondò l’Ordine delle “povere recluse” di cui fu nominata badessa e dove Francesco dettò una prima Regola. In seguito, fu raggiunta dalle sorelle Agnese e Beatrice e dalla madre Ortolana. Ella scrisse successivamente la Regola definitiva ottenendo da Gregorio IX il “privilegio della povertà”. Alla sua morte, l’11 agosto 1253, i monasteri delle Sorelle Povere erano almeno 130. Due anni dopo fu canonizzata da Alessandro IV. Per aver contemplato, in una notte di Natale, sulle pareti della sua cella, poiché era inferma, le funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, fu scelta da Pio XII quale protettrice della televisione.
Il miracolo eucaristico che salvò le Clarisse e Assisi dai saraceni
Chiara si distinse per il culto verso l’Eucarestia. Ed è in questa “veste” che la vediamo raffigurata nell’immagine sull’ingresso alla clausura del monastero di Carpi. Nel 1240, Assisi era assediata dall’esercito dell’imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche saraceni. Le truppe ormai erano quasi nel chiostro di San Damiano. Chiara, in quel tempo malata, fu condotta alla porta con in mano la pisside contenente il Santissimo Sacramento: l’esercito, a quella vista, si dette alla fuga. Si legge nelle Fonti Francescane: “Prostrata in preghiera, nelle lacrime parlò al suo Cristo: «Ecco, o mio Signore, vuoi tu forse consegnare nelle mani di pagani le inermi tue serve, che ho allevato per il tuo amore? Proteggi, Signore, ti prego, queste tue serve, che io ora, da me sola, non posso salvare». Subito una voce, come di bimbo, risuonò alle sue orecchie dalla nuova arca di grazia (la pisside, ndr): «Io vi custodirò sempre!». «Mio Signore – aggiunse – proteggi anche, se ti piace, questa città, che per tuo amore ci sostenta». E Cristo a lei: «Avrà da sostenere travagli, ma sarà difesa dalla mia protezione»”.
Immagine di Santa Chiara sulla porta d’ingresso alla clausura del monastero di Carpi
La Beata Camilla Pio di Savoia e il monastero di Carpi
L’8 settembre 1490 Papa Innocenzo VIII inviò all’allora cinquantenne Camilla Pio di Savoia, nobildonna di Carpi, una Bolla nella quale le concedeva di fondare un monastero di clarisse chiamate Minori della Regolare Osservanza. Ella si trasferì in un edificio vicino al cantiere del monastero, nel quartiere Borgonovo, dove iniziò una vita di preghiera e povertà con un piccolo gruppo di donne carpigiane. Il monastero fu definitivamente fondato il 4 luglio 1500, con l’arrivo di alcune Clarisse da Cremona. In questo giorno Camilla fece la sua vestizione. Nel 1501 pronunciò la professione solenne e due anni dopo fu eletta badessa. Fu chiamata dal Signore alla liturgia del Cielo il 1° aprile 1504.
Il monastero si trova tuttora nel luogo dove fu fondato – oggi lungo corso Fanti – ed è abitato da una fraternità di Sorelle Povere, che vivono la regola di Santa Chiara nella preghiera costante per la Chiesa e la città di Carpi, per i fratelli e le sorelle che si rivolgono a loro nel parlatorio, e per il mondo intero. Nella chiesa di Santa Chiara si conserva e si venera il corpo incorrotto della Beata Camilla Pio.
Antico ritratto della Beata Camilla Pio