Cordoglio per la scomparsa di Alfonso Garuti
Cordoglio per la scomparsa del dottor Alfonso Garuti, già direttore del Museo civico di Carpi, dell’Ufficio diocesano beni culturali e del Museo diocesano. Le esequie saranno celebrate sabato 24 dicembre, alle ore 10.30, nella Cattedrale di Carpi. Dalle ore 9 e fino all’inizio della celebrazione, il feretro sosterà presso il Museo diocesano
Profondo cordoglio ha suscitato la scomparsa del dottor Alfonso Garuti, già direttore del Museo civico di Carpi, dell’Ufficio diocesano beni culturali e del Museo diocesano di arte sacra “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia”, avvenuta ieri, mercoledì 21 dicembre.
La redazione di Notizie settimanale della Diocesi di Carpi esprime le più sentite condoglianze alla moglie Iole, ai nipoti e ai famigliari tutti, e prega perché il Signore, che si rende particolarmente vicino in questi giorni nel mistero del Natale, ricompensi Alfonso con il dono della vita eterna per il tanto bene da lui compiuto a favore della Chiesa e della Città di Carpi attraverso il costante servizio per l’arte e la storia.
Le esequie saranno celebrate sabato 24 dicembre, alle 10.30, nella Cattedrale di Carpi. Dalle 9.00 fino alle 10.15, prima della celebrazione, il feretro sosterà presso il Museo diocesano in Sant’Ignazio (corso Fanti 44), che il dottor Garuti ha fondato e che era per lui come una seconda casa.
Oggi, giovedì 22 dicembre, e domani 23 dicembre, è allestita la camera ardente alla sala del commiato Terracielo a Carpi (via Lenin 9).
“Carpigiano doc”, Alfonso Garuti nacque il 29 luglio 1939, in una famiglia dove fin da bambino assaporò l’amore per la storia e per l’arte. Il padre, Mario, fu infatti direttore del Museo civico e grande collezionista di libri e di opere d’arte. Diplomatosi all’istituto agrario Strozzi di Palidano (Mantova), Garuti iniziò a lavorare per il Comune di Carpi, ricoprendo vari incarichi, per poi diventare a sua volta nel 1972 direttore del Museo civico, che guidò fino al 1997. Negli anni ’70 eseguì per la Soprintendenza l’inventariazione e la schedatura dei beni culturali nel territorio modenese e della bassa reggiana, dedicandosi intensamente alla ricerca: iniziarono così ad uscire dalla sua penna contributi ancora oggi fondamentali per la storia del patrimonio artistico locale.
Nel 1997, per impulso del vescovo Bassano Staffieri, si costituì l’Ufficio beni culturali della Diocesi di Carpi, affidato alla guida del dottor Garuti, e prese le mosse il grande progetto della creazione di un Museo diocesano di arte sacra. Un cammino che si concretizzò il 17 maggio 2008 con l’apertura appunto del Museo nella chiesa monumentale di Sant’Ignazio di Loyola.
Coadiuvato dal collaboratore e amico Andrea Beltrami, portò a compimento per la CEI la schedatura delle opere d’arte della Diocesi di Carpi, circa diecimila pezzi, presentata ufficialmente nel gennaio 2009. Parallelamente, quale direttore dell’Ufficio beni culturali dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, realizzò un’analoga operazione, partendo da Montese e dalla zona appenninica per poi giungere alla pianura.
Innumerevoli le pubblicazioni del dottor Garuti sulla storia dell’arte e le tradizioni locali – particolarmente celebri sono la “Guida di Carpi” e la raccolta dei “libri della Cassa”, ovvero i pregevoli volumi editi dalla Cassa di Risparmio di Carpi, curati con Romano Pelloni e Dante Colli, e arricchiti dalle fotografie di Pietro Parmiggiani -, così come con passione e abnegazione si è impegnato per la tutela, il restauro e la valorizzazione dei beni culturali diocesani. A lui si devono alcune importanti scoperte, avvenute durante la schedatura: il busto reliquiario di legno ricoperto d’argento del Patrono San Bernardino da Siena – che si porta in processione nella festa del 20 maggio -; il gonfalone che ritrae il medesimo Santo mente prega la Madonna Assunta, con lo sfondo della città di Carpi nella prima metà dell’800; il frammento di legno di una porta santa giubilare di Roma risalente al XVII secolo murato in una delle colonne della Cattedrale.
Numerosi, inoltre, gli articoli scritti dal dottor Garuti per Notizie e le interviste da lui rilasciate, contribuendo sempre con disponibilità all’arricchimento del settimanale come spazio anche di divulgazione in ambito storico-artistico.
Fu insignito dell’onorificenza prima di Cavaliere e poi di Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno, uno dei cinque ordini equestri pontifici della Santa Sede.
Oggi il Museo diocesano in Sant’Ignazio, riaperto il 5 maggio 2019 a seguito del restauro post sisma 2012, mantiene l’allestimento e il percorso espositivo progettato a suo tempo dal dottor Garuti insieme all’architetto Anna Allesina.
Virginia Panzani