La carità non avrà mai fine
Oggi, 2 febbraio, la XXVII Giornata della vita consacrata in Duomo a Modena. La testimonianza di suor Paola Pelloni.
Nella memoria liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio, giovedì 2 febbraio, si celebra la XXVII Giornata mondiale della vita consacrata. Alle 18.30, nel Duomo di Modena, il vescovo Erio Castellucci presiederà la Santa Messa per tutti i religiosi, le religiose e i consacrati secolari presenti nelle Diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi. Sarà un momento prezioso di preghiera per ringraziare Dio per il dono della vita consacrata e invocare da Lui uomini e donne che sappiano ancora oggi rispondere con generosità il loro “eccomi” alla sequela di Cristo e al servizio della Chiesa.
In questa occasione vogliamo proporre all’attenzione e alla riflessione dei nostri lettori la testimonianza – nei ricordi di quanti l’hanno conosciuta – di suor Paola Lucia Pelloni, religiosa carpigiana, che il Signore ha chiamato a sé pochi giorni fa.
Colei che ha tanto amato
Paola Pelloni è entrata nella Famiglia delle Case della Carità il 30 novembre 2003, ha iniziato il cammino come Carmelitana Minore con i primi voti il 15 ottobre 2006 e i voti perpetui il 15 ottobre 2012. Suor Paola Lucia amava molto la quotidianità con gli ospiti e le persone che ruotano attorno alla vita della casa della carità. Così come amava portare con sé i piccoli di casa nelle visite alla sua famiglia, soprattutto per godere della bellezza e accoglienza nell’amata casa a Serramazzoni.
Ha lasciato un affettuoso ricordo nelle case dove ha vissuto: Cagnola, Gaiano, Borgo Panigale e infine Novellara. Ha amato molto tutta la Famiglia delle Case della Carità, in Madagascar come in Italia, sentendosene parte viva e responsabile. Ha amato e si è spesa per le sorelle, lasciandosi attraversare da domande, aperta alla novità senza essere superfi ciale, alla ricerca delle motivazioni e del senso delle cose e delle scelte. Apparentemente fragile, a volte insicura, custodiva e celava in sé una grande forza di animo e la certezza di avere posto la sua vita in mani sicure.
E’ stata una sorella trasparente, non nascondeva le sue fragilità e fatiche, e si è consegnata e lasciata aiutare e sostenere da chi aveva accanto, fidandosi, nel desiderio di condividere i passaggi e cambiamenti concreti che ha incontrato nel suo cammino. E soprattutto ha tanto amato le persone, non perché non vedesse lei stessa le altrui fragilità e limiti, ma perché sapeva riconoscere il dono nelle persone che il Signore le ha messo accanto.
Vivere sempre nella speranza
In questi anni condivisi con Paola qui a Novellara custodisco intanto la quotidianità scandita dal ritmo della preghiera, anche perché in una cappella sempre bella e abbellita da lei, grazie alle sue attenzioni per i fiori, per le tovaglie e le candele sull’altare da cambiare e sistemare a seconda delle occasioni, per le eventuali scritte o segni per ricordare un’intenzione particolare o per aiutare nella preghiera, sempre molto colorati e proprio belli.
Tra questi aspetti di cura e creatività, condivido e custodisco l’attenzione e l’ascolto che ha dato ai volontari che passavano in casa, provando a dedicare anche del tempo a questo, e perché ognuno potesse sentirsi a casa anche facendo una piccola cosa in cucina o in guardaroba…con Paola ho imparato che c’è posto per tutti. In particolare ho riconosciuto la bellezza del suo prendersi a cuore i ragazzi che in questi anni hanno fatto il servizio civile in casa, ognuno accolto per come era e aiutandolo a tirare fuori il meglio di sé, e poi continuando a custodirli nella preghiera e spesso attivamente con interesse e proposte, una volta finito l’anno.
Nel 2020 con il covid la vita di casa si è fatta più complessa e compressa. Paola ha aiutato, con il suo esserci sempre, in particolare qui e per gli altri, a continuare a vivere nella speranza. Alla sofferenza vissuta in Casa si è aggiunta la sofferenza per la morte dei suoi genitori e Paola ci ha aiutato a attraversarla affidandosi a Dio per quello che si viveva ogni giorno, nella fragilità di ognuno.
Esperta della bellezza
Abbiamo riconosciuto in suor Paola Lucia il dono di “saper tenere insieme”, con il suo desiderio di comunione, l’accoglienza dei diversi modi di ognuno, il sapere ringraziare anche per il più piccolo gesto, con la sua capacità di non escludere nessuno, anzi di cercare e farsi vicina, anche con una telefonata o un piccolo regalo preparato con cura. Abbiamo vissuto con lei giorni solenni, che forse ci rivelano che ogni giorno può essere solenne se vissuto “fino in fondo”, giorno per giorno.
Anche dopo la telefonata con l’oncologa che chiariva la sua situazione. Ci siamo chieste: e quindi? E lei ha risposto: quindi, guardiamo giorno per giorno! E ogni giorno è stato prezioso. Giorni in cui ogni particolare è importante, ogni piccolo passaggio, ogni piccola sfumatura è da ascoltare: ciò che suscita un certo tono di voce o una carezza; cercare di attutire alcune fatiche, gioire insieme per un pranzo condiviso a tavola con tutti o semplicemente per una fetta di strudel preparata con amore, sentire una stretta al cuore per ogni piccola o grande perdita di autonomia… spesse volte ci diceva: un attimo!… e poi ripartiva in un modo nuovo…
Esserci insieme in queste giornate le dava sicurezza… Paola ha espresso il desiderio, poi realizzato, di attaccare davanti al suo letto, per averlo davanti agli occhi, un cartello con la scritta “vivere di Speranza”. La sua Speranza era alimentata anche dalla fiducia che Dio si rivela nella fraternità e benevolenza tra le persone. Era una esperta di bellezza: non solo quella della natura e dell’arte, ma anche della bellezza che c’è in ognuno. Il suo volto luminoso e sorridente è stato una benedizione per la vita di tanti.