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Giù le mani dall’Africa

In ascolto delle parole del Papa pellegrino di pace nella Repubblica Democratica del Congo.

di Don Vianney Munyaruyenzi

Giù le mani dall’Africa

 

Già al suo arrivo e durante il soggiorno in Congo il Papa ha avuto diversi incontri con realtà varie. Nel primo giorno ha incontrato le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico. Nel discorso a loro rivolto, ha parlato della bellezza di questa terra, del prezioso bene che abbonda nel sottosuolo, dei cuori della gente. Per un futuro di pace e fraternità tutto ciò deve tornare nelle mani dei congolesi, ma serve eliminare la violenza e l’odio etnico, l’ingiustizia e la corruzione, lo sfruttamento economico delle risorse da parte di stranieri: “giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare. L’Africa sia protagonista del suo destino! Il mondo faccia memoria dei disastri compiuti lungo i secoli a danno delle popolazioni locali e non dimentichi questo Paese e questo Continente. L’Africa, sorriso e speranza del mondo, conti di più: se ne parli maggiormente, abbia più peso e rappresentanza tra le Nazioni!”. Il giorno dopo (1° febbraio) nell’omelia della messa celebrata all’aeroporto di Ndolo, il Pontefice ha citato le parole rivolte da Cristo ai discepoli la sera di Pasqua, «Pace a voi!» (Gv 20,19), che più che un saluto sono una consegna. Un tema, quello della pace, poi ripreso con momenti toccanti nel pomeriggio durante l’incontro con le vittime dell’est del paese e i rappresentanti di alcune opere caritative.

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