Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». (…)
Commento
L’episodio della samaritana è un tipico brano dell’evangelista Giovanni, che ama descrivere l’incontro di Gesù con personaggi ben caratterizzati. I primi versetti introducono la scena con alcuni tratti semplici ma di grande efficacia. Gesù sta attraversando la Samaria, un territorio potenzialmente ostile, ed è affaticato per il viaggio, assetato si avvicina a un pozzo per bere. Il narratore specifica l’orario, mezzogiorno, troppo caldo perché ci sia folla al pozzo, e aggiunge che i discepoli erano andati a fare provvista di cibo in città. La prima immagine è dunque quella di Gesù solo e stanco, quasi un’istantanea colta di nascosto, un tratto di grande umanità che ci fa tenerezza. Tra tutte le indicazioni quella di essere presso un pozzo è la più importante. Il pozzo nel mondo biblico ha un grande valore simbolico: in una terra arida e fatta in parte di deserti il pozzo è una specie di oasi, un luogo di vita. Presso i pozzi avvengono incontri importanti tra viaggiatori e spesso incontri amorosi.
Il servitore di Abramo partito per cercare una moglie a Isacco, incontra Rebecca «fuori della città presso un pozzo nell’ora della sera, quando le donne escono ad attingere» (Gen 24,11). Anche Giacobbe trova Rachele che sarà la sua sposa prediletta presso un pozzo (Gen 29,2). Mosè fuggendo dalla collera degli Egiziani, incontra le figlie di Ietro presso un pozzo (Es 2,16) e Sipporà diventerà sua moglie. Nella Bibbia poi l’immagine del pozzo è legata anche alla Legge che il Signore dona al suo popolo. Tutti questi riferimenti caricano l’incontro di Gesù con la Samaritana di valori simbolici e dal punto di vista narrativo di suspence. Una donna samaritana e un maestro religioso giudeo s’incontrano da soli vicino a un pozzo, cosa potrà accadere? In realtà l’incontro sarà decisivo tanto per la trasformazione della donna quanto per la rivelazione di Gesù.
Il dialogo inizia con Gesù che chiede da bere e con la donna che risponde in modo un po’ civettuolo, come si confà all’ambientazione del pozzo che richiama la seduzione. Gesù alza subito il tono della conversazione, mantenendo comunque un linguaggio allusivo, non immediatamente comprensibile. Lui potrebbe dare un’acqua che disseta per sempre e che anzi farebbe zampillare acqua per la vita eterna. Quando la donna accetta l’offerta, Gesù sorprendentemente introduce il tema dei mariti con l’intenzione di approfondire la riflessione. La sete della donna, cioè il suo desiderio l’ha portata a cambiare tanti uomini ma a non potersi fermare con nessuno; il suo desiderio profondo è insoddisfatto ed è a questo che Gesù vuole dare risposta. La donna, colpita dall’intuizione di Gesù, si convince di essere di fronte ad un profeta e introduce un nuovo tema: la polemica sui luoghi di culto che divideva giudei e samaritani. Ora si solleva dalle sue questioni personali ed entra in temi religiosi.
Dietro la polemica teologica c’è la verità di una ricerca spirituale. La risposta di Gesù parla di adorare il Padre in spirito e verità e in qualche modo riprende il tema dell’acqua viva. Il dono della Spirito agisce al centro dell’esistenza umana e scioglie i nodi del nostro desiderio aprendoci all’amore di Dio e a un autentico rapporto con i fratelli. A questo punto la donna capisce di essere davanti ad un uomo speciale e intuisce la messianicità di Gesù, apice del colloquio. Nel corso del racconto Gesù è stato definito «giudeo» (v. 9), «signore » (v. 11), «profeta» (v. 19), «Cristo» (vv: 25.29), «salvatore del mondo» (v. 42) in un crescendo di rivelazione. La samaritana si è aperta al mistero della salvezza e ha cambiato vita (la brocca abbandonata al pozzo segnala una cesura), diventando lei stessa missionaria verso i suoi compaesani. L’incontro con Gesù ha fatto scoprire alla donna la sua vera dignità, ben oltre le sue capacità seduttive, e la ha donato una gioia autentica. Il racconto della samaritana indica il percorso di ogni uomo che, partendo dalla sua storia e dai suoi desideri, incontra in Gesù la sorgente della vita e diventa a sua volta annunciatore.
L’opera d’arte
Angelika Kauffmann, Gesù e la Samaritana al pozzo (1796), Monaco di Baviera, Neue Pinakothek. Nata in Svizzera nel 1741 ed educata dal padre pittore, Angelika fu protagonista della società colta e cosmopolita di quel tempo. Apprezzata ritrattista, si dedicò, inoltre, alla pittura di storia che, considerata il più alto genere artistico, era riservata ai colleghi uomini. Nella sua produzione, anche varie opere di soggetto sacro, che trassero ispirazione in particolare da Raffaello, “filtrato” attraverso grandi maestri del ‘600 quali Correggio, Guercino, Guido Reni.
Una sintesi di modelli che ritroviamo nell’opera qui a fianco, dove i due protagonisti sono immersi in un’armonica composizione: seduto sul bordo del pozzo, Gesù dialoga con la donna su “questioni teologiche”, tema cui allude l’indice rivolto verso il cielo. A tale gesto risponde simmetricamente la mano sinistra della samaritana, colta nell’atto di porre le domande a Gesù e di ascoltarlo con profonda attenzione. Una figura femminile che, nella sua sobria eleganza, richiama l’arte antica e dimostra come la pittrice, con un gusto personale per il colore, abbia aderito al movimento neoclassicista allora agli esordi.
V.P.
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