Germogli di una fede nuova
Il 24 marzo, anniversario dell’uccisione di Sant’Oscar Romero, Giornata di digiuno e preghiera in memoria dei missionari martiri
di Don Antonio Dotti
La trentunesima Giornata di digiuno e preghiera in memoria dei missionari martiri, “Di me sarete testimoni” (At 1,8), giunge come sempre al centro del nostro percorso di Quaresima, come invito a ricentrare il nostro cammino sulla persona del Signore Gesù, il primo testimone-martire di Dio Padre e del Suo amore, che nemmeno la morte può vincere. Il discepolo cristiano a imitazione del suo maestro non sceglie la morte ma la fedeltà all’Amore di Dio e per questo è disposto a pagare anche con la vita. È la memoria del sacrificio del vescovo di San Salvador, Oscar Romero, che ha ispirato l’iniziativa al servizio missionario giovani della Chiesa italiana a partire dal 1992.
Monsignor Romero infatti diceva: “se mi uccideranno risorgerò nel popolo”. Da allora tante veglie di preghiera e digiuno vengono organizzate e offerte dalle comunità cristiane, piccole o grandi, del nostro Paese, con una sensibilità che è cresciuta di anno in anno. Già dal grande giubileo dell’anno 2000 la Chiesa universale, per bocca di san Giovanni Paolo II, aveva preso coscienza che siamo tornati ad essere una Chiesa di martiri, come agli esordi del cammino della fede cristiana nel mondo.
A conoscere le circostanze delle uccisioni per la fedeltà al Vangelo di tanti fratelli e sorelle anche nel 2022, emergono le sofferenze ma anche la fede dei popoli, sia di quelli che hanno inviato il missionario, sia di quelle dove il testimone-martire è stato assassinato. Per questo motivo il Consiglio Missionario Diocesano offre anche quest’anno un momento di preghiera aperto alla partecipazione di tutta la Chiesa di Carpi.
Ripercorreremo, grazie al martirologio 2022, la via della croce del Signore Gesù prendendo insieme coscienza che stiamo partecipando alla terza guerra mondiale a pezzi, come ci ripete Papa Francesco. Ma in questo scenario il sacrificio d’amore e di salvezza di Cristo diventa il motivo di speranza per immaginare e costruire un mondo nuovo, fraterno. Ogni approfondimento delle guerre in corso vedrà infatti il racconto dei tentativi di pace che tante persone e realtà stanno faticosamente cercando di portare avanti.
*Direttore Centro Missionario Diocesano
La celebrazione della Giornata dedicata ai missionari martiri è fissata nel giorno dell’uccisione di monsignor Oscar Romero, avvenuta il 24 marzo 1980, a memoria del suo impegno al fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più poveri e dei lavoratori.
All’epoca dei fatti, la morte dell’Arcivescovo di San Salvador per mano di un sicario degli squadroni della morte agli ordini del governo non passò inosservata. Tra i contadini e gli operai, i quali sin da subito gli attribuirono l’appellativo di “Santo de America”, nacque un vero e proprio culto, immagine degli oppressi che si rialzavano contro l’oppressore: il proprio Paese, che fino a quel momento li aveva considerati scarti di una società che necessitava di evolversi, ad imitazione del modello degli stati nordamericani, sfruttandone la forza lavoro, impiegando donne a bambini per sminare i campi, placando ogni rivolta aprendo il fuoco sulla folla.
Proprio in occasione del funerale, al quale partecipavano in migliaia chiedendo giustizia per il fratello, padre e guida assassinato, l’esercito mitragliò sui fedeli. Fu un massacro senza misura. Negli anni a venire, numerose donne e uomini iniziarono a recarsi in pellegrinaggio sulla sua tomba e presto la storia e il nome di Oscar Romero si diffusero nel mondo, dando vita ad iniziative e reti di preghiera per gli ultimi e gli impoveriti.
Nel 1992 l’allora Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie, oggi Missio Giovani, propose alla Chiesa italiana la celebrazione di una Giornata che facesse memoria di quanti ogni anno perdono la vita durante il proprio servizio pastorale. I giovani scelsero come data il 24 marzo, affinché fosse chiaro che le sorelle e i fratelli uccisi, poiché fedeli al Vangelo fino all’ultimo istante, sono germogli di una fede nuova, rafforzata dall’impegno a prendersi cura di chi soffre o è schiacciato da sistemi ingiusti e scarsamente inclusivi.
Per l’edizione 2023, Missio ha scelto, come tema, di proporre la citazione “Di me sarete testimoni” (At 1,8), che ci ha già accompagnati durante il mese missionario. Il segretario nazionale di Missio Giovani, Giovanni Rocca, ne illustra così il significato: “Il calzante invito di Gesù, rivolto agli apostoli, risuona forte ancora oggi in chiunque scelga di raccoglierlo: è l’invito a farsi prossimi, ad imitare il Maestro nella vicinanza a chi sta al nostro fianco, a raggiungere coloro tanto distanti da sentirsi smarriti, ad abbattere i muri del pregiudizio, a soccorrere chi è nel bisogno”.