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Fism, incontri per i genitori con il Centro di Consulenza per la Famiglia

Il coordinamento pedagogico Fism di Modena ha proposto a tutti i genitori delle scuole associate due incontri tenuti dalle operatrici del Centro di Consulenza per la Famiglia Elisa Cocchi, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, e Maria Elisa Santini, pedagogista, per riflettere insieme su alcune aspetti che riguardano il mondo dell’infanzia

Fism, incontri per i genitori con il Centro di Consulenza per la Famiglia

 

“Essere genitori oggi” nella complessità in cui tutti noi siamo immersi è una sfida educativa molto impegnativa e proprio per questo il coordinamento pedagogico Fism di Modena ha pensato di proporre per tutti i genitori della scuole associate due incontri tenuti dalle dottoresse del Centro di Consulenza per la Famiglia Elisa Cocchi, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, e Maria Elisa Santini, pedagogista, per riflettere insieme su alcune aspetti che riguardano il misterioso mondo dell’infanzia. Guidati dalla lettura di alcuni parti del libro di B. Alemagna “Che cos’è un bambino” (ed. Topipittori) ci si è soffermati inizialmente sul bisogno di conoscere il “nostro bambino” per capire come poterci approcciare a lui e aiutarlo nel difficile processo di crescita. Una conoscenza del bambino che passa prima di tutto dallo “sguardo”. Uno sguardo in cui i nostri bambini possano rispecchiarsi e su cui pongono le basi per poter fare con fiducia le loro esperienze sapendo di poter contare su una “base sicura” a cui tornare ogni volta che ne sentono il bisogno. Questo processo di conoscenza reciproca ha bisogno di tempo, pazienza e molta determinazione e porta i genitori a comprendere ben presto che ogni bambino ha una propria personalità, data da un temperamento e un carattere, che chiede di essere rispettata nella propria unicità. Il bambino non chiede di avere un adulto perfetto ma un adulto “sufficientemente buono” che riesca a stargli vicino, che non abbia tutte le risposte ma che sia traduttore di ciò che non conosce e prova, un adulto che si fidi di lui e che gli permetta di fare esperienze. Si è sottolineato come oggi i nostri figli ci mettono nel dubbio, ci innescano sensi di colpa e ci fanno sentire inadeguati ma di come è necessario come adulti stare attenti a non confondere le nostre emozioni con i nostri bisogni e separare ciò che il bimbo provoca in noi da ciò che il bambino fa. Ogni bambino ha bisogno di un progetto educativo su cui basare la relazione. E’ importante che ogni famiglia si chieda: “Che progetto educativo abbiamo per i nostri figli?” in modo da costruirsi una propria base di regole e valori dentro una progettualità educativa che sia condivisa. Sono tanti momenti di frustrazione che i nostri bambini devono imparare a gestire ed è importante fin da piccoli che vengano aiutati dagli adulti a tollerare questa frustrazione. E’ un percorso lungo che va affrontato e allenato con tanta pazienza e con l’aiuto di regole che devono essere poche, chiare, semplici, condivise e messe in atto con coerenza che devono prevedere anche un momento di “riconciliazione”. Le regole che i genitori agiscono con “una dolce fermezza educativa” permette ai bambini di percepire dei limiti che sono a sua protezione e piano piano li interiorizza e li fa suoi. Si è messo in luce come dietro ogni regola c’è un’espressione di un valore molto più alto che dà un orizzonte verso cui tendere che aiuta crescere e cambia nel tempo in base ai nuovi bisogni educativi. Accanto alle figure genitoriali, che rimangono i principali punti di riferimento per i bambini, si è sottolineato come anche i nonni e la scuola concorrono alla crescita del bambino come persona ed è necessario attuare una reciproca responsabilità educativa che si basa su rispetto reciproco e la condivisione di regole chiare e condivise.

A cura di Maria Elisa Santini, pedagogista del Centro di Consulenza per la Famiglia

 

 

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