Mostraci, Signore, il sentiero della vita
Commento al Vangelo di don Carlo Bellini - Domenica 23 aprile 2023.
Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, (…). Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno (…) Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. (…) Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. (…)
Commento
Il vangelo è un racconto di apparizione unico nel suo genere, che è propriamente anche una storia di riconoscimento del Signore risorto che diventa emblematica per il cristiano di ogni tempo. I due discepoli si stanno allontanando da Gerusalemme e già questo ci parla di un senso di avvilimento: Gerusalemme è il luogo dei giorni della passione e dove Gesù risorto torna a farsi vedere, allontanarsi da lì vuol dire aver perso ogni speranza. La vicenda di Gesù aveva aperto grandi prospettive di vita e ora la delusione è grande e il dialogo tra i due discepoli sull’accaduto è immerso nella tristezza e si potrebbe quasi dire in un’aura di lutto. Per questo quando Gesù si avvicina non riescono a riconoscerlo, i loro occhi sono impediti, quasi imprigionati da questo clima di morte. Lo sconosciuto si avvicina e spiega loro le Scritture mostrando che parlano della vicenda di Gesù e illuminando gli eventi della sua morte e resurrezione.
Luca descrive qui un processo d’interpretazione comunitaria. La comunità s’interroga sul senso degli avvenimenti e lo fa scrutando le scritture ma ciò che qualifica la comunità cristiana è che le Scritture sono lette alla luce della morte e resurrezione di Gesù. Rimane anche per noi un metodo o meglio una prassi comunitaria e spirituale leggere le Scritture alla luce della resurrezione per illuminare di senso il nostro vivere quotidiano. Più avanti i discepoli di Emmaus riconosceranno che mentre gli spiegava le Scritture, il loro cuore ardeva, cioè facevano un’esperienza di amore. La nostra lettura del testo sacro non è solo competente e attenta ma propriamente una lettura fatta nell’amore e che suscita amore, che scalda il cuore. Nella logica del racconto questo non è ancora sufficiente a far nascere la consapevolezza della resurrezione. Ci vuole un altro passaggio. Quando si fermano a cena e Gesù ripete sul pane i gesti dell’ultima cena (e della moltiplicazione dei pani e dei pesci), allora si aprono gli occhi e lo riconoscono. Il processo di riconoscimento è compiuto con il riferimento ai gesti che fanno ricordare e rivivere.
Questo brano è pieno di emozioni. I due sono prima tristi, ricordano di aver avuto speranze, le parole delle donne li hanno sconvolti e confusi ma ora si accorgono del senso di connessione e dell’amore che hanno provato e tornano a Gerusalemme pieni di entusiasmo. A questo punto Gesù scompare. Anche la scomparsa di Gesù non è priva di significato, perché ora i discepoli hanno tutto ciò che serve loro per continuare a vivere e dare valore alla loro esperienza. Hanno imparato a cogliere il senso delle cose nelle Scritture e hanno un segno, un rito che ricorda e riattualizza la presenza di Gesù. Nel testo di Luca è certo presente un riferimento alla prassi delle prime comunità cristiane di leggere insieme le Scritture e celebrare l’Eucarestia e la loro convinzione che in questi gesti vivevano pienamente la presenza del Signore risorto.
È tipico di tutte le comunità umane avere testi di riferimento che dischiudono il significato della vita e anche mangiare pasti comunitari che assumono uno speciale valore simbolico. Anche oggi la Scrittura meditata e l’Eucaristia celebrata ci fanno aprire gli occhi per vedere finalmente la profondità del nostro vivere e sentirci presenti e veri nell’amore. Il Signore continua ad aprire gli occhi a noi uomini, sulla Scrittura, sul mondo, sulla condivisione e pian piano fa crescere e spinge al cambiamento. Il Risorto è motore della nostra vita.
L’opera d’arte
Marco Marziale, Cena in Emmaus (1506), Venezia, Gallerie dell’Accademia. Proponiamo una versione meno nota dell’episodio narrato nel Vangelo di questa domenica. E’ un’opera di Marco Marziale, pittore veneziano attivo tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500, formatosi nella bottega di Giovanni e Gentile Bellini. Appunto di Giovanni Bellini era la Cena in Emmaus, oggi perduta e nota solo da copie, che ispirò la tavola ad olio qui a fianco.
La prospettiva, il tavolo al centro esatto della scena, l’ambientazione in un interno, la posizione e il numero dei personaggi sono elementi comuni ai due quadri, ma Marziale declina il soggetto secondo una diversa sensibilità. Si sofferma, infatti, sul dato naturalistico, evidente, tranne che per la figura di Gesù, in tutti i personaggi della composizione, che mostrano connessioni con l’arte tedesca del tempo. Il pittore poi inserisce una nota esotica, sostituendo l’inserviente in ambiti orientali con uno di colore, che osserva Cristo mentre compie il gesto di benedire il pane. Vivace è, inoltre, il gusto per le decorazioni – i tendaggi, gli abiti da pellegrini dei due inservienti – rese con particolare minuzia.
V.P.