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Credito Cooperativo in Emilia-Romagna, più valore ai territori

L’assemblea della Federazione BCC Emilia-Romagna approva il bilancio consuntivo 2022
Credito Cooperativo in Emilia-Romagna, più valore ai territori
Mauro Fabbretti, presidente Federazione BCC-ER

 

Non delocalizzano ma investono sui territori, mantenendo presìdi e servizi, e sostenendo l’economia locale. Sono le nove Banche di Credito Cooperativo della regione riunite nella Federazione BCC dell’Emilia-Romagna, che ieri pomeriggio nella sede di Bologna ha tenuto la sua 53° assemblea alla presenza di alcuni ospiti istituzionali tra cui il presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba, il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, il Presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza e l’Assessore allo Sviluppo economico e green economy, Lavoro, Formazione e Relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla. Molto positivi i risultati del bilancio consuntivo della Federazione e delle BCC aderenti, a partire dalla presenza sempre più capillare in 161 comuni (in 12 dei quali sono l’unica realtà bancaria) con 350 sportelli (18% di quelli in regione), 145.026 soci (+3,2% sull’anno precedente) e 2.809 dipendenti (+1,04%).

 

La raccolta diretta (depositi + obbligazioni) del 2022 ammonta a 16,6 miliardi di euro (+0,6% contro un calo del 0,9% del sistema regionale), mentre gli impieghi alla clientela a 13,5 miliardi di euro segnando un incremento su base annua dell’5,6% contro uno 3,4% del sistema bancario, per una quota del 11,0% a livello regionale (che sale al 13,6% per le famiglie consumatrici e al 17,3% per le famiglie produttrici, con livelli medi del 24% per i servizi di alloggio e ristorazione e del 18% per l’agricoltura). In miglioramento anche il rapporto deteriorato/impieghi che a fine 2022 si attestava al 4,0% in progressiva diminuzione ancora superiore al sistema bancario 3,3%. Il rapporto sofferenze/impieghi: 1,3% contro un 1,7% dell’industria bancaria. Aumentati anche i livelli di copertura dei crediti deteriorati. Infine, in forte crescita l’utile netto che si attesta a 201 milioni di euro, contro i 75,7 dell’anno precedente.

 

“Questi numeri suggellano il ruolo della finanza mutualistica e delle banche di comunità a favore dello sviluppo delle economie locali, dell’inclusione, della promozione della stabilità e della concorrenza” ha commentato il presidente della Federazione BCC dell’Emilia-Romagna Mauro Fabbretti. “Le Banche di Credito Cooperativo non delocalizzano – ha aggiunto nel corso del suo intervento -; non estraggono risorse dalle loro comunità per portarle altrove, perché i loro utili restano nei territori dove sono stati prodotti sia per rafforzare il patrimonio, sia per destinare risorse alle realtà locali. Per questo la nostra specificità va difesa in tutte le sedi, a partire da quelle europee. E per questo in situazioni drammatiche, come in occasione della recente alluvione in Romagna, le nostre BCC hanno subito manifestato grande sostegno alle popolazioni colpite”.

 

All’indomani dell’alluvione, una prima risposta immediata a sostegno delle popolazioni colpite è infatti arrivata proprio dalle BCC dell’Emilia-Romagna: i due Gruppi Bancari Cooperativi (Gruppo BCC Iccrea e Gruppo Cassa Centrale, che raccolgono le 9 banche di credito cooperativo presenti su tutto il territorio regionale aderenti alla Federazione), oltre ad avere reso operativa la sospensione delle rate dei mutui per la popolazione e le imprese colpite dal maltempo, hanno stanziato rispettivamente 300 e 200 milioni come primi plafond a sostegno dei territori, ma non solo: “Oltre ai 500 milioni messi a disposizione delle nostre comunità – spiega Fabbretti -, stiamo sostenendo la raccolta fondi rivolta all’intero movimento del Credito Cooperativo e promossa da Federcasse, e dalle alle Capogruppo Iccrea, CCB, Raiffeisen con l’obiettivo di ripristinare le attività produttive, scolastiche, sanitarie per assicurare la ripresa dell’operatività necessaria. Quanto accaduto, tuttavia, impone di ripensare la gestione del territorio: quello dell’Emilia-Romagna presenta un rischio idrogeologico relativamente alto se comparato alle grandi regioni italiane, con il 45,6% di pericolosità media delle aree allagabili che nella provincia di Ravenna raggiunge l’80% e con il 14,6% del nostro territorio classificato a pericolosità elevata o molto alta per frane. È imprescindibile un piano nazionale che porti alla realizzazione di opere in grado di prevenire e mitigare gli effetti del cambiamento climatico e i rischi di eventi atmosferici di portata inedita accelerando la transizione energetica: il Green Deal disegna una strategia che dovrebbe consentire al continente europeo di essere il primo a raggiungere un impatto zero sul clima entro il 2050. Il tutto tenendo assieme gli obiettivi di sostenibilità con le esigenze della crescita, i tempi degli investimenti e l’occupazione”.

 

Verso l’Europa guarda anche l’impegno per una maggiore proporzionalità nell’applicazione delle norme bancarie nei confronti delle banche cooperative: “La natura mutualistica e di banca di comunità delle BCC deve essere riconosciuta dall’Europa – incalza Fabbretti – prevedendo regole realmente proporzionate e un modello di vigilanza adeguato, che non omologhi le BCC ai grandi istituti di credito di livello nazionale e internazionale. Per sostenere tale istanza, a maggio una delegazione della Federazione BCC dell’Emilia-Romagna è stata protagonista di una missione di studio presso le sedi del Parlamento Europeo e del Comitato Europeo Economico e Sociale. Questa missione ha rappresentato il culmine di un percorso avviato un anno fa, nel maggio 2022 quando, su sollecitazione della Federazione BCC, la Regione Emilia-Romagna ha adottato, prima in Italia, una risoluzione per sollecitare un intervento unitario della Conferenza delle Regioni delle Province autonome e del Comitato europeo delle Regioni nei confronti del Governo italiano e del Parlamento Europeo, affinché nel recepimento degli Accordi di Basilea 3+ venissero riconosciute forme di proporzionalità a sostegno della natura mutualistica delle banche di credito cooperativo, come previsto dall’art. 45 della Costituzione italiana. La discussione è oggi alle battute finali in fase di trilogo, e il tema della proporzionalità, così come proposto dal credito cooperativo, trova spazio tra i negoziati conclusivi”.

 

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