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Trapianto di utero

Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon.

Trapianto di utero

 

In un periodo storico in cui la surrogazione di maternità è ritornata alla ribalta della cronaca, un fatto eccezionale, avvenuto in Australia, può delinearsi come una soluzione eticamente accettabile dei problemi inerenti all’accoglienza uterina di un embrione. Una donna trentenne ha ricevuto l’utero donato dalla madre e dopo questo trapianto, la giovane donna, è riuscita a rimanere incinta. Madre e figlia sono state sottoposte a oltre sedici ore di interventi chirurgici, che hanno coinvolto oltre venti professionisti. Dopo il successo del trapianto di utero, in Australia, sono state eseguite altre due procedure. La ginecologa Rebecca Deans ha affermato che si tratta di notizie molto incoraggianti.

“È arrivato prima di quanto ci aspettassimo. È il primo trasferimento di uteri, quindi siamo sorpresi ed entusiasti”, ha detto. “Stiamo tutti incrociando le dita ogni settimana affinché le cose possano progredire per il meglio e le possibilità di aborto spontaneo inizino a diminuire. Abbiamo dovuto monitorarla molto da vicino e non ha avuto assolutamente alcun segno di rigetto, quindi è stata davvero fortunata in questo senso”. Queste operazioni sono temporanee e hanno in genere una durata di cinque anni, in modo tale da permettere alle donne di avere il tempo necessario per programmare una gravidanza.

Questa è certamente una notizia incoraggiante che potrebbe aiutare quelle donne che, avendo subito un’isterectomia, non possono portare a termine una gravidanza e quindi ricorrono a quelle inaccettabile prassi del cosiddetto utero in affitto. Ci auguriamo che questa sperimentazione proceda e che possa essere standardizzata dovunque in modo che, dopo un trapianto uterino, ogni donna possa far crescere nel proprio ventre il proprio figlio senza mercificare un atto così naturale e intriso d’amore come quello della gravidanza e della nascita di un nuovo cucciolo d’uomo.

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