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Editoriale - Tornare alla parola e all’ascolto

Il “tutti contro tutti” sulla vicenda Aimag

di Luigi Lamma

Tornare alla parola e all’ascolto

 

È uno scenario da “tutti contro tutti” quello scaturito dall’esito dell’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione di Aimag, l’azienda multiservizi che copre la parte nord della provincia di Modena e alcuni comuni del Basso mantovano. All’interno e nell’edizione on line riportiamo i dettagli della cronaca e le principali reazioni da parte di sindaci, partiti, movimenti e organizzazioni del territorio. Per la maggior parte dei cittadini Aimag significa fornitura di servizi e utenze da pagare, per una certa quota di utenti, negli ultimi due anni, il “caro bollette” è divenuto insostenibile all’interno dei bilanci familiari (dato che si può verificare nel report dell’Osservatorio Povertà 2022 della Caritas). Quindi è legittimo chiedersi che nesso ci sia tra un tale livello di conflittualità tra soggetti istituzionali e la tutela degli interessi dei cittadini che altro non chiedono che pagare il meno possibile a fronte di servizi erogati con efficienza e lungimiranza (leggi alla voce manutenzione e rinnovamento).

La parola magica sembra essere “controllo pubblico”: tutti lo reclamano, tutti lo assicurano fatto è che imperversa la battaglia. Addirittura all’interno dello stesso Partito Democratico, questa volta diviso per area geografica con alcuni distinguo. Lungi dall’entrare nel merito di vicende così complesse da un punto di vista tecnico-amministrativo in un settore come quello della fornitura dell’energia e dei beni comuni come l’acqua oggetto di un vorticoso avvicendarsi normativo. Merita invece una considerazione il tema del “controllo pubblico” che dovrebbe avere come prima attenzione, non solo la preoccupazione per la futura disponibilità di utili con cui rimpinguare i bilanci comunali, ma la tutela del consumatore ultimo e il suo diritto ad accedere a beni comuni primari a prezzi sostenibili: non è possibile continuare a far pagare ai cittadini, specie quelli a rischio povertà, le conseguenze drammatiche prima della pandemia, poi della guerra in Europa tra Ucraina e Russia e ora dell’inflazione.

Un secondo motivo di riflessione sia consentito riguardo al metodo. E’ trascorso poco più di un anno dalla vicenda che ha portato al rinvio, la prima volta nella storia dell’ente, della nomina del CdA della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, lasciando anche in questo caso non pochi strascichi e mettendo in evidenza un deficit di dialogo tra soggetti istituzionali che avrebbero invece il compito di trovare sintesi e non di esacerbare scontri. Ora di nuovo, come si è letto in alcune reazioni alla vicenda Aimag, emerge una mancanza di ascolto, dei cittadini, degli interlocutori istituzionali pubblici e privati, ecc… Per favorire una lettura più “alta” di quanto accaduto arriva al momento opportuno il documento preparatorio alla 50ª Settimana Sociale dei Cattolici che si terrà a Trieste a luglio del prossimo anno che propone come tema “Al cuore della democrazia”.

Il punto 12 del testo, dal titolo “Tornare alla parola e all’ascolto”, tocca proprio questo aspetto della vita pubblica: “L’amore politico ha un suo strumento specifico che è il dialogo, una strada da imparare a percorrere che ha le sue strettoie e le sue praterie. Avvicinarsi, esprimersi, ascoltarsi, conoscersi, provare a comprendersi, cercare punti di contatto: tutto questo si riassume nel verbo dialogare. E l’autentico dialogo sociale presuppone la capacità di rispettare il punto di vista dell’altro, accettando la possibilità che contenga delle convinzioni o degli interessi legittimi. Senza dialogo non possiamo neppure immaginare percorsi di pacificazione… Ma certamente rileviamo un diffuso deficit di ‘esperienza comunitaria’ che ci chiede di domandarci su quali altri fronti muoverci”. Non resta che prendere sul serio questo “tornare alla parola e all’ascolto” perché le occasioni e le scadenze in cui mettersi alla prova sono dietro l’angolo.

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