Canada Emergenza incendi/3 – Don Baraldi ora al sicuro
Dopo 26 ore di viaggio con scene da infermo dantesco.
Alcuni aggiornamenti da don Luca Baraldi che ha condiviso con il vescovo Erio e tramite i suoi profili social.
Giunto a destinazione
Dopo 26 ore di guida da solo sono arrivato a destinazione. Starò qualche giorno a Banff e poi se non revocano l’evacuazione andrò ad Edmonton dagli OMI.
Faccio un passo indietro.
Dopo alcune settimane in cui alcuni incendi si erano sviluppati intorno a Yellowknife, due di questi hanno cominciato ad avvicinarsi pericolosamente alla città. Così le autorità hanno deciso l’ordinanza per tutta la popolazione di evacuazione. Chi ha potuto ha fatto lo spostamento in auto, altri in aereo. Io sono partito ieri alle 20,30 e avevo avanti e dietro una fila interminabile di auto. Per fare 100 km abbiamo impiegato 6 ore.
Siamo passati in mezzo alla zona dell’incendio più pericoloso per la città e la scena era da inferno dantesco: un fumo denso e fitto dappertutto; parti con fiamme alte e il riverbero arancione che lasciavano intorno, altri punti con piccole fiammelle tipo fuochi fatui… una cosa strana.
Ad ogni modo: a questo punto non credo ci sia pericolo per le persone, solo per la città che potrebbe, a seconda del vento, essere toccata più o meno dal fuoco. Le persone, mi pare, stanno vivendo questo esodo in modi diversi, dal panico al non è niente. Certo hanno lasciato tutto senza garanzie di ritrovare la stessa situazione. Da parte mia apprezzo il fatto di non avere sostanzialmente nulla di mio qui, per cui la situazione mi ha mostrato che forse una certa povertà aiuta a stare sereni.
Un caro saluto e grazie ancora per la preghiera
Don Luca
Esperienza istruttiva
Sto bene, provo a pensare… sì: dopo 26 ore di viaggio da solo, ho preso la mia destinazione.
Quella delle mie vacanze estive? Non esattamente. Il motivo che mi ha spinto a fare i bagagli e a partire senza molti preamboli è stato un ordine di evacuazione, a causa dell’incendio che si avvicinava alla città. In questa partenza sono stato sopraffatto da uno strano senso di tranquillità misto ad un pizzico di rimpianto. Infatti, mentre mettevo un po’ di roba nello zaino, era come se mi dicessi: tranquilli, qui non avete niente, e quindi niente da perdere. Le pochissime cose che lasci alle spalle, se non le ritrovi, non sono poi così grandi.
Poi, una volta partiti, passato dall'”Inferno di Dante” dell’incendio che bruciava su entrambi i lati dell’Autostrada, mentre aumentavano i chilometri e le ore di solitudine pensavo che, infatti, oltre a non possedere nulla di materiale qui non ho quella folla di persone di cui preoccuparsi, avere legami profondi e intensi con loro – certo, forse solo pochissimi che penso siano miei amici-.
Pertanto credo che questa evacuazione debba essere considerata da me come un’esperienza istruttiva, anche una sorta di “rivelazione”, e uno stimolo a cercare sempre più intensamente la qualità nelle relazioni. Finalmente, forse, se non ti investi personalmente con tutto ciò che sei, nelle relazioni resti solo un banale turista della vita.
Don Luca