In
Carpi, Cultura e Spettacoli
Pubblicato il Settembre 13, 2023

In principio era… la Parola

Il Museo diocesano riapre in occasione del festival filosofia con un’esposizione “a tema”.

di Andrea Beltrami

 

Dopo la pausa estiva, il Museo diocesano riapre il nuovo anno in occasione del festival filosofia 2023, esponendo, per l’occasione e sul tema del Festival, alcuni oggetti e suppellettili che attraverso i secoli hanno trasmesso e si sono fatti viatico del Messaggio contenuto nella Parola rivelata. I testi sacri, i libri liturgici, le forme di preghiera ufficiali e private, le devozioni popolari utilizzano la parola per annunciare la Parola (Verbum) e, attraverso la Liturgia, creano lo spazio e la dimensione che consentono all’Uomo di incontrare Dio.

Sono visibili quindi messali per la celebrazione della Messa, libri e oggetti di preghiera personale e di devozione, ma anche una campana, che scandisce le ore del giorno e annuncia gli eventi di una comunità; la sua voce chiama alla preghiera, avverte nel pericolo, allieta nelle feste e accompagna nell’ultimo viaggio. Interessante anche l’allestimento della Messa prima della riforma liturgica. Il sacerdote rivolto verso l’altare celebrava sottovoce rivolgendosi al popolo solo in alcuni momenti. Ecco la ritualità che parla alla gente, i colori liturgici che indicano il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico. Una liturgia attualmente lontana dalle odierne celebrazioni, che tuttavia rimanda ad una tradizione plurisecolare dove gestualità, liturgia e colori parlavano al popolo coinvolgendolo nel Mistero della celebrazione, non comprendendo la lingua latina.

Di particolare novità e interesse sono gli allestimenti, nei due altari laterali, della “Messa tridentina”

in due momenti che solo i più anziani ricorderanno; l’uffi cio funebre, con il grande catafalco sormontato dal drappo nero, listato in oro, terminante negli angoli con i teschi nel “memento mori”. Sull’altare preparato “coram Deo” è stato posto il leggio “in cornu Evangelii” unitamente al calice coperto dal velo dello stesso colore liturgico e sormontato dalla busta contenente il corporale. Nell’altare prospiciente, sotto lo sguardo della Madonna del Rosario, è stata simulata una Messa con l’assistenza del diacono, in colore azzurro a motivo della devozione a Maria. Il sacerdote, rivestito della pianeta e con il manipolo sull’avambraccio sinistro, celebra mentre il diacono, posto alla sua destra sul gradino inferiore, assiste in dalmatica. Oltre all’allestimento approntato per questa occasione, il Museo ospita oggetti di culto e impiegati nella liturgia come turiboli, navicelle, calici e pissidi, reliquiari e osten-sori che nel loro significato sacro e liturgico sono utilizzati per aiutarci nella relazione con il Divino.

Alle pareti sono esposti i dipinti, che ci parlano dei santi e della vita di Gesù e Maria; anche questa forma d’arte è assimilabile alla parola che attraverso i colori e l’arte dell’artista ci parla dei giusti trasmettendoci il loro messaggio di pace. E, più in generale, anche la Chiesa di sant’Ignazio, sede del Museo diocesano, ci parla della nostra storia, delle nostre tradizioni e della nostra fede, trasmessaci dalle generazioni che ci hanno preceduto.

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