Intervista a Gabriele Semprebon
CulturalMente, una rubrica a cura di Francesco Natale
L’aborto è un argomento decisamente delicato che ne “Il miracolo della vita” (Piemme, 2023) viene affrontato da firme di prestigio come quelle di Arnoldo Mosca Mondadori, Luca Crippa e Gabriele Semprebon. Una questione etica su cui, in varie occasioni, si è espresso Papa Francesco, autore della prefazione del volume. Per questo nuovo appuntamento di CulturalMente ho avuto modo di intervistare Gabriele Semprebon, esperto di biologia umana e bioeticista, docente di etica clinica, già professore presso il dipartimento di Biologia alla Temple University di Philadelphia.
Il “Miracolo della vita”, da dove trae origine questo titolo e cosa l’ha spinta a scriverlo insieme a Luca Crippa e Arnoldo Mosca Mondadori?
In realtà sono stato interpellato direttamente da Mondadori, il quale stava cercando una persona che potesse realizzare un testo in linea con quanto il Papa, suo amico personale, desiderava riguardo alla vita nascente. Alla fine della ricerca, mi sono trovato a condividere questa avventura con l’amico Luca Crippa, scrittore e uomo di cultura. Io ho scritto il libro e, assieme a Luca, abbiamo cercato di rendere il linguaggio spigoloso e asciutto della scienza, un racconto accattivante. Il risultato è un testo avvicinabile ed invitante dal punto di vista del lettore, mantenendo i più alti concetti della scienza embriologica ed etica.
Il volume riporta la prefazione di Papa Francesco: da cosa è scaturita l’attenzione del Papa per i contenuti del libro?
Come dicevo, la dinamica è stata al contrario, ovvero, non è che il Papa si sia interessato al libro, ma il libro è stato scritto proprio su invito indiretto del Papa, in quanto, più volte ha manifestato pubblicamente l’idea che gli attentati contro la vita umana, quali per esempio l’aborto, andassero affrontati mostrando la bellezza di ciò che si vuole eliminare. Se si mostra la bellezza della vita e questa viene intimamente recepita, allora, difficilmente si penserà a toglierla o a manipolarla.
Nel libro viene ribadita la posizione della Chiesa contro l’aborto. Oggi, tra i giovani specialmente, si pensa che sia una norma troppo rigida. Ci sono casi in cui è difficile accettare una gravidanza…
Certo, anche se ci sono casi in cui è difficile accettare una gravidanza, questo non depone a favore di condizioni che possono favorire e giustificare un’interruzione della stessa. Nessuno ha il diritto di interrompere o interagire con la vita altrui compromettendone l’esistenza. Troppo spesso oggi si parla di diritti e tutti li pretendono, anche il diritto alla maternità viene esaltato con forza, ma nessuno parla di doveri e quindi di responsabilità, soprattutto nei confronti della vita, e della vita degli altri.
Ricorrere all’aborto o alla “pillola del giorno dopo” oggi è molto facile. Cosa ne pensa e come si può cambiare l’approccio dei servizi pubblici su questo tema?
La domanda impone uno spazio e una riflessione molto più imponente di quello che può essere la mia risposta. Certamente manca una cultura della sessualità, manca la cultura della responsabilità alla maternità e paternità, manca una cultura squisitamente cristiana che faccia crescere la persona con una mentalità che rispetta la vita a prescindere dalle sue qualità. La vita umana è vita sempre e ha diritto di cittadinanza anche quando ha delle caratteristiche che esulano da ciò che viene definito normale. L’adulto, in quanto tale, non ha diritto di interagire su una vita ancora nascosta nel ventre della madre; quello che deve fare un adulto, con il suo sapere, la sua storia e le sue scelte, è prendersi cura della vita nascente, non selezionare chi va bene o non va bene. Riguardo al servizio pubblico il discorso è troppo complesso e articolato per poterlo anche solo abbozzare. Auspico solamente che scelte a favore della donna siano scelte di tutela di tutti i soggetti coinvolti nel naturale esercizio della sessualità e nella meravigliosa partecipazione all’avventura della vita.