Riapre
Attualità, Chiesa, Novi di Modena
Pubblicato il Ottobre 4, 2023

Riapre al culto l’oratorio di San Gaetano a Novi

Domenica 8 ottobre, a Novi di Modena, sarà riaperto al culto il piccolo Oratorio di San Gaetano da Thiene, ripristinato a seguito del sisma del 2012. Alle 11, Santa Messa presieduta da monsignor Gildo Manicardi. A seguire visita guidata con i tecnici che hanno condotto l’intervento di restauro

 

Domenica 8 ottobre, a Novi di Modena, sarà riaperto al culto il piccolo Oratorio di San Gaetano da Thiene, situato nel centro del paese (Corso Marconi). L’edificio sarà così restituito alla cittadinanza dopo il ripristino a seguito del sisma del 2012.

Alle ore 11, il vicario generale della Diocesi di Carpi, monsignor Gildo Manicardi, presiederà la Santa Messa. A seguire, i tecnici che hanno condotto l’intervento di restauro saranno disponibili per illustrare il piccolo oratorio e le opere eseguite.

L’intervento attuato è stato finanziato con i fondi della ricostruzione del Piano Opere Pubbliche della Regione Emilia-Romagna. Coordinamento generale, architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio Patrimonio Diocesano – settore Ricostruzione; Rup (Responsabile unico del progetto), architetto Mauro Pifferi; progetto e direzione lavori, architetto Paolo Colognesi e ingegner Paola Rossi; impresa appaltatrice L’Arca srl – Modena.

L’Oratorio è intitolato a San Gaetano da Thiene (1480-1547), fondatore dell’Ordine dei Teatini, dedicatosi particolarmente agli ammalati e ai poveri, canonizzato nel 1671. La piccola chiesa fu fatta costruire nel “borgo vecchio” nella prima metà del ‘700 dal capitano Gaetano Caprara. Tutti i giorni il parroco, nel rispetto della volontà testamentaria del capitano e della moglie, celebrava Messa per comodità degli abitanti del borgo, dato che la chiesa parrocchiale di Novi è situata al di fuori del centro del paese. Così ha fatto il parroco, don Ivano Zanoni, fino alla data del sisma, quando l’Oratorio è stato dichiarato inagibile.

Il restauro, oltre a riparare i danni causati dal sisma, ha restituito alla facciata l’originario aspetto, alterato per ammodernamenti negli anni ‘40 e ‘60 del secolo scorso con la realizzazione di rivestimenti in mattoncini in cotto e in cemento e di un timpano che ha mascherato il reale sviluppo di falda. La volta a botte che occultava il tetto dell’aula è stata simbolicamente ricostruita con una struttura leggera in legno, per riproporre la testimonianza di quanto andato distrutto.

 

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