Per
Lo sportello di Notizie
Pubblicato il Novembre 15, 2023

Per chi verrà dopo di me

“Lo sportello di Notizie”: Guido Zaccarelli, consulente d’azienda e docente Unimore, interviene su questioni inerenti il vivere quotidiano

 

La fiducia nasce dalla luce della saggezza che indica la strada della condivisione. Il tradimento è la faccia nascosta della fiducia. La relazione tra le persone si fonda sulla fiducia illuminata dalla luce della reciprocità. Nelle aziende, la relazione tra il datore di lavoro e i suoi collaboratori si fonda sulla fiducia, quella dimensione dell’etica capace di farci superare i momenti difficili che spesso rendono fragili le relazioni fino a dissiparle. Innanzi al nuovo che avanza nasce il bisogno di pensare, di riflettere per dare un senso compiuto al lavoro, al frutto del nostro essere in relazione con la nostra esistenza. L’azienda esiste perché qualcuno le ha donato la vita, l’ha fatta nascere, l’ha posta nelle condizioni di essere vitale per generare valore etico, morale, sociale e reddito, in breve, fare impresa grazie alla fi-ducia condivisa. Il filosofo tedesco Emmanuel Kant avrebbe detto: “Pensare di sé, ricercare da sé, reggersi sulle proprie gambe”. Questa frase ci porta a riflettere sulla fiducia, di quanto sia importante per noi fare impresa che non significa pensare di sé, per sé, significa pensare ad un insieme di persone che lavorano per raggiungere un obiettivo, il bene comune.

Ecco che nasce qualcosa cui l’imprenditore deve tendere quando nel suo cammino sul dorso del tempo si accorge che il suo lavoro, un giorno, potrebbe terminare e disperdere tutto il valore sociale accumulato negli anni: inizia a prendere coscienza di sé, che non è infinito e forse non indispensabile. Nasce il bisogno di pensare al modo con cui dare un futuro a tutto quello che è stato creato, dargli una forma visibile che non rimanga solo nella propria mente ma visibile agli altri da condividere con chi crede nel progetto, che lo possano leggere, interpretare e sviluppare nel tempo. Aristotele avrebbe detto che il pensiero viene da fuori e che nulla a che fare con il corpo ma se il corpo non è in perfetta armonia l’uomo soccombe. E così è per l’azienda. L’azienda è un insieme armonico di persone. Alla base c’è l’etica, un sentimento che nasce dal di dentro che nel tempo diventa norma, regola a cui tendere dove le persone sono trattate per il valore che esprimono. Questo è l’imprenditore che pensa al futuro, a quel bene sociale a cui ha dato ma che ha ricevuto. Sono giorni difficili per chi non crede in queste parole ma l’etica interviene a sanare la questione, perché conduce l’uomo alla possibilità di diventare ciò che è attraverso la coscienza interiore. Kant ci guida a sottolineare che solo conoscendoci, e governandoci, potremmo affrontare le sfide più aspre con coraggio e relativa sicurezza ma forti perché sostenuti dalla fiducia. Il valore della nostra azienda, e la libertà di scelta per gli altri, è qualcosa che deve tornare in noi quando il nostro presente prende una strada differente, più ripida, arcigna e non facile da domare.

Pensare a chi verrà dopo di me, a dopo di noi. È un primo pilastro. L’azienda sostiene l’economia, è forte ma è allo stesso tempo fragile. È un clima dove si manifesta l’incapacità di dare una lettura reale al contesto, di rimandare, pensando di governare la fragilità, di essere forti e infiniti, ma soprattutto di essere indispensabili. Invece il tempo arriva per tutti e come afferma Sant’Agostino, so cosa è il tempo ma se qualcuno me lo chiede non so rispondere. Il valore del tempo, significa dare forza ai momenti, essere forti nei momenti fragili da trasformare con l’esperienza in saggezza: il bisogno di pensare di non essere indispensabili. Sempre Kant, ci riporta, nella Critica della Ragion Pura, a tre momenti, che cosa posso sapere, che cosa devo fare e in che cosa mi è lecito sperare? Credere di dare un futuro alla nostra esistenza per giorni migliori, il desiderio di fare qualcosa per gli altri che abbia un senso, un significato per chi verrà dopo di noi perché possa essere avvolto dal mantello di una nuova felicità, e, concludendo con il filosofo: “Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere nello stesso tempo come principio di una legislazione universale”.

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