Ucraina. La comunità greco-cattolica ha celebrato il Natale il 25 dicembre
A Carpi i riti religiosi e un momento di fraternità
“È lecito festeggiare il Natale mentre siamo in guerra?”. L’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, si è sentito rivolgere la domanda da un giovane padre che qualche giorno fa ha incontrato a Chernivtsi. “È un interrogativo esistenziale che la gente mi pone spesso”, spiega il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. Inizia così la lunga intervista raccolta dall’inviato di Avvenire – Sir e pubblicata lo scorso 21 dicembre. (https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/ucraina-arcivescovo-shevchuk-chiesa-greco-cattolica-natale-2023-guerra-va-risolta). Un contributo molto utile per comprendere lo stato d’animo con cui la popolazione ucraina sta vivendo una condizione di guerra che dura ormai da quasi due anni.
La novità di quest’anno è molto significativa, infatti, è stato il primo Natale che l’Ucraina ha celebrato il 25 dicembre, insieme con l’Occidente, e non più il 7 gennaio, come ancora accade in Russia. Una decisione presa in maniera condivisa da autorità civili e comunità ecclesiali. A spingere per il Natale “riformato” proprio la Chiesa greco-cattolica che all’inizio del 2023 ha rivisto il suo calendario liturgico. “Il Natale – ha dichiarato l’arcivescovo Shevchuk – va liberato da una eccessiva politicizzazione. Per questo lo definisco un Natale di consolazione. Infatti il popolo ferito ha premura di essere consolato. E poi è una consolazione festeggiarlo trascendendo le nostre differenze, in un Paese che è multireligioso e multietnico. ‘Finalmente insieme’, ha scritto in un messaggio il Consiglio pan-ucraino delle Chiese”.
Le comunità greco-cattoliche ucraine sparse per il mondo si sono unite nella celebrazione del Natale il 25 dicembre e tra queste anche quella di Carpi guidata da don Alexander Sapunko, che ha come sede di ritrovo la chiesa di san Bernardino Realino. Nella cappella adiacente alla chiesa, appena rinnovata, sia domenica 24 dicembre che il giorno di Natale si sono svolte le celebrazioni. Domenica c’è stato anche un momento di fraternità con la condivisione del pasto nel salone messo a disposizione della parrocchia, che ha visto la presenza di famiglie riunite per festeggiare insieme il Natale ma sempre con il pensiero e il ricordo commosso dei loro cari in Ucraina. “Seguiamo con preoccupazione la situazione del nostro paese – spiega don Alexander – preghiamo, consoliamo e per quanto possibile continuiamo a raccogliere beni di prima necessità da inviare ai familiari rimasti in Ucraina”.