La partecipazione nutre la democrazia
Elezioni e Settimana Sociale quali connessioni
di Luigi Lamma
Siamo ormai ai titoli di coda per il mandato di sindaci, assessori e consiglieri comunali. La legislatura si avvia a conclusione e da tempo sono iniziati i processi interni a partiti e coalizioni per individuare i candidati sindaco, poi verranno le liste, infine, si spera, anche i programmi e le proposte su cui misurare il consenso dei cittadini. Inizia dunque un tempo in cui tutta la società civile, non solo le istituzioni, è invitata alla partecipazione, la parola magica che condiziona, in positivo, la vita delle comunità e il livello della democrazia. Purtroppo la partecipazione si misura solo in occasione delle elezioni ed ha come suo contrario l’astensione: ricordiamo che quello degli astenuti è ormai diventato il partito maggioritario nel paese. In realtà è frutto di un percorso che dovrebbe partire molto prima e necessita di strumenti. A proposito di strumenti si è fatto un gran parlare di “primarie”, soprattutto nello schieramento di centrosinistra che, nel momento dell’introduzione ne aveva fatto una bandiera, salvo poi assumere un atteggiamento più prudente alla luce di alcuni esiti inattesi, tanto da definirle “divisive”. D’altra parte quanto accaduto a Modena, con l’indicazione di un unico candidato, ne è la dimostrazione mentre a Carpi, lo stesso Partito Democratico, ha optato, insieme alla coalizione, per la chiamata degli elettori per scegliere tra due candidati sindaco.
Ogni partito o schieramento può adottare le modalità che ritiene più idonee ma sarebbe un errore per tutti non cogliere l’occasione per stimolare e facilitare la partecipazione dei cittadini, non solo per esprimersi su un nome ma, cosa ben più importante, a confrontarsi sui contenuti e sulle scelte che a livello delle realtà locali non possono lasciare indifferenti. I cattolici come si collocano rispetto al tema della partecipazione? C’è all’orizzonte, a luglio a Trieste, la 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia che richiama ad un tema non di poco conto e assai coerente con quanto sopra espresso: “Al cuore della democrazia – Partecipare tra storia e futuro”. Non ci sono alibi, dunque, nel ritenere che debba essere portato a patrimonio comune delle comunità parrocchiali, degli uffici pastorali, delle associazioni laicali quanto già anticipato nel documento preparatorio senza dover attendere la celebrazione dell’evento. Già nel primo capitolo il titolo del primo paragrafo è già un programma: “La partecipazione è il primo indicatore della salute della democrazia”. E si prosegue: “La partecipazione rivela la giovinezza della democrazia, la condivisione di valori, la stessa identità di una comunità. Non basta il momento elettorale o il rispetto formale dei diritti delle minoranze per definire una democrazia. La partecipazione è il motore che tiene in movimento le società, che formula le domande e suscita le risposte organizzate, che produce nuovo pensiero e nuove visioni del mondo; è energia civile che rende vive le comunità locali, protagoniste del loro futuro, capaci di progettare politiche, azioni, risposte collettive. Non può esistere una democrazia che non abbia in sé questa tensione vitale, questa spinta al cambiamento, anche un certo conflitto positivo che non lascia in pace le persone e le sfida a trovare insieme le soluzioni di cui hanno bisogno”. È con queste motivazioni che vanno affrontati i prossimi mesi, mettere a frutto la capacità di pensiero e di parola, la creatività e anche l’immaginazione per pensare scenari futuri di vita buona per tutti.