Approfondiamo insieme le figure bariche: il ciclone
MeteoPix, una rubrica di Pietro Contini
In meteorologia un ciclone è una zona atmosferica di bassa pressione, indicata con “B” (ovvero un’area in cui la pressione atmosferica è minore di quella delle regioni circostanti alla stessa altitudine) e caratterizzata da un vortice atmosferico, a cui tipicamente è associato cattivo tempo atmosferico (temporali, pioggia, vento). Ruotano in senso antiorario nell’emisfero boreale e in senso orario nell’emisfero australe.
La parola italiana “ciclone” viene dall’inglese cyclone, derivazione del greco κύκλος, “cerchio, giro”. Il termine fu coniato a metà del 1800 dall’ispettore marittimo di stanza in India Henry Piddington, appassionato di meteorologia, che nel 1853 scrisse una relazione indirizzata al governatore per denunciare il pericolo di cicloni al progettato port Canning della Compagnia delle Indie, sul golfo del Bengala; nessuno prese in considerazione il suo allarmismo e la nuova città venne inaugurata nel 1864: tre anni dopo fu travolta dall’onda di marea del ciclone e l’anno seguente abbandonata, oggi è un modesto porto fluviale d’accesso alle Sundarban.
In generale un’area di bassa pressione è individuabile e rappresentabile su una carta meteorologica:
• a livello del mare(quindi su una superficie ad altitudine costante) da isobare decrescenti verso il punto minimo, detto centro del ciclone (o punto di minimo);
• su una superficie a pressione costante, da isoipse decrescenti verso il centro.
Le isobare sono linee che uniscono punti con uguale valore di pressione. In un ciclone si ha convergenza d’aria nei bassi strati, ovvero l’aria tende ad incontrarsi verso il centro del ciclone e successivamente a salire verso l’alto. Contrapposti ai cicloni o basse pressioni sono gli anticicloni o zone di alte pressioni e tempo atmosferico stabile, che approfondiremo nel prossimo articolo.