Diocesi. Oggi la Giornata del Seminario
Don Trevisan: “Nel cammino della vocazione pellegrini che si sentono a casa”
Don Maurizio Trevisan*
Da quest’anno come Seminario Interdiocesano di Modena e Carpi, in accordo col nostro Arcivescovo Erio, abbiamo pensato di anticipare la tradizionale Giornata del Seminario dalla abituale solennità di Cristo Re, ultima domenica dell’anno liturgico, alla quarta domenica di Pasqua in cui la Chiesa universale prega in modo particolare per le vocazioni. Questo per sottolineare il legame profondo tra la chiamata al sacerdozio e le altre scelte di vita, nella comune vocazione alla santità, e per richiamare le nostre comunità, grazie all’icona evangelica del Buon Pastore, all’impegno di pregare il Padrone della messe, perché mandi operai, cioè pastori, nella sua messe.
Il messaggio di papa Francesco per la 61a giornata mondiale per le vocazioni ricorda a tutti noi cristiani che siamo chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace in un mondo che forse mai come ora si sente smarrito e fatica a trovare la strada per il bene comune. Questo significa prima di tutto “avere chiara la meta”, cogliere e discernere ciò per cui arde il nostro cuore e ciò che mette in cammino le nostre vite. Siamo infatti pellegrini e non vagabondi. Pellegrini perché chiamati ad amare Dio e i fratelli; pellegrini perché quello che ci preoccupa non è arrivare, ma arrivare insieme; pellegrini perché desideriamo equipaggiare le nostre vite con ciò che facilita i nostri passi e vogliamo liberarci da ciò che appesantisce le nostre salite; pellegrini perché, come aggiunge il Papa, siamo desiderosi e disponibili a “ricominciare sempre, ritrovare l’entusiasmo e la forza di percorrere le varie tappe del percorso che, nonostante le fatiche e le difficoltà, sempre aprono davanti a noi orizzonti nuovi e panorami sconosciuti”.
Ogni vocazione, con il discernimento che l’accompagna, è dunque sempre una questione di cuore e di gambe, di fratelli e compagni di viaggio, di mete e percorsi, di soste e sguardi in avanti e indietro. È una realtà che richiede allo stesso tempo pazienza ed entusiasmo, desiderio e realismo, profondità e leggerezza. Non è dunque qualcosa che si possa banalizzare o sottovalutare, perché da essa dipende la nostra gioia e il futuro delle nostre relazioni e comunità.
Scoprire e fare crescere il dono prezioso della chiamata che il Signore rivolge a ciascuno di noi è ciò a cui questa giornata ci richiama. E questa scoperta la si fa principalmente nella preghiera, nel confronto comunitario, nel cammino condiviso, nei gesti di carità, nel perdono fraterno, nell’annuncio e nell’approfondimento della Parola e nell’accoglienza e testimonianza dell’amore di Dio per noi.
Se questo è vero per ogni uomo o donna che abbia incontrato il Signore, esso certamente richiede cura per coloro che hanno riconosciuto la chiamata al sacerdozio e vogliono dedicarsi all’annuncio del Vangelo e a spezzare per i fratelli la propria vita, insieme al pane eucaristico. E quanto più il pellegrinaggio della vita si fa impegnativo ed esigente, tanto più richiede attenzione, ascolto e preparazione. Questo è il motivo per cui le nostre Diocesi di Modena e Carpi investono tre sacerdoti a tempo pieno, insieme a tante altre risorse umane, spirituali, pastorali ed economiche, per accompagnare i seminaristi, attualmente dieci, nel loro cammino di formazione, la quale non può essere una questione di pochi esperti, ma è sempre frutto di un cammino che nasce da una comunità e ad essa ritorna.
Ogni pellegrino è veramente tale quando sa creare casa, come intitola la CEI questa giornata, quando cioè ad ogni tappa del suo cammino è capace o almeno prova a riscoprire negli altri il volto dei fratelli e a sentirsi in ogni luogo come a casa propria.
Questo è anche il motivo per cui celebriamo oggi la giornata del Seminario, perché ogni comunità si senta e provi ad essere sempre più la casa delle vocazioni, la tappa domestica del pellegrinaggio di chi vuole scoprire e realizzare una vita piena, cioè riempita dallo Spirito d’Amore.
Chiediamo a tutti voi, allora, e alle vostre comunità di pregare per il Seminario e i seminaristi, di accompagnarli con la vostra fiducia e amicizia, perché i passi per quanto esigenti e faticosi, o entusiasti e spontanei possano essere, siano sempre condivisi e sostenuti, come avviene in una famiglia quando ci si ritrova a casa.
*rettore del Seminario Interdiocesano di Modena e Carpi