Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia
La diocesi di Carpi legge il Vangelo - Vangelo di domenica 5 maggio 2024
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
A cura di Rosaria Casalgrandi e don Antonio Dotti per il Consiglio Missionario Diocesano
Lectio
Gesù esorta i discepoli a mantenere i suoi comandamenti (cioè che loro stessi non dovrebbero mai dimenticare), come lui li ha sempre mantenuti essendogli stati affidati dal Padre. Inoltre, e fondamentalmente, chiede loro di rimanere sempre nel suo Amore. L’obiettivo di Gesù è che la gioia e l’amore dei discepoli siano completi e quindi, come proseguirà nel discorso, la massima espressione dell’amore sia data dal sacrificio della propria vita per gli amici.
Gesù li chiamerà amici, non servi, poiché ha condiviso tutto con loro, anche e soprattutto la volontà del Padre. Inoltre il brano si conclude affermando che non sono stati i discepoli a sceglierlo, ma Lui ha scelto loro, incaricandoli di andare in tutto il mondo e portare frutto, continuando ad amarsi gli uni gli altri, compresi quelli che avranno incontrato.
Meditatio
I sentimenti di amicizia ed amore nell’impegno odierno devono essere costanti e non passeggeri. Occorre quindi chiedersi come quotidianamente li mettiamo in pratica nella nostra vita. Sappiamo che è difficile accompagnare i nostri fratelli nel percorso spirituale dell’amore divino, in quanto uno sgarbo o una parola detta diversamente da come noi ci aspettiamo rende spesso vani tutti nostri propositi.
La sfida è accogliere lo Spirito Santo che unisce i popoli: ecco perché Gesù ci esorta ad andare e portare frutto. Ci ricorda che la Chiesa cerca di abbattere ogni barriera culturale, etnica o di classe sociale. Tutto può e deve venire invece rinnovato, accomunato, rafforzato e sostenuto dall’Amore di Dio per tutti noi. Ogni giorno al lavoro, nella scuola o nel sociale dobbiamo promuovere azioni di gentilezza, di perdono e supporto reciproco, superando il nostro individualismo. Testimoniando con azioni e non solo con le parole, ciò che ci muove concretamente verso i bisognosi, la lotta per prendersi cura del creato, nel rendersi utili ed aiutare una persona in difficoltà, un fratello o una sorella che chiedono conforto, anche solo ascoltandoli senza giudicarli.
Oratio
Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera è la fede. Il frutto della fede è l’amore. Il frutto dell’amore è il servizio. Il frutto del servizio è la pace. (Madre Teresa di Calcutta)
Contemplatio
Come testimoni che hanno aderito in pieno a questo brano del Vangelo, possiamo guardare appunto a Madre Teresa di Calcutta, che si definiva “una matita nelle mani di Dio”.
Fractio
“Perché andiate e portiate frutto”. Testimoniare l’amore gratuito che riceviamo dal Signore può sembrare facile ma è la cosa più difficile, perché non devo mai aspettarmi nulla in cambio. È la forma di generosità più completa.
L’opera d’arte
Lavanda dei piedi (1165-1184 circa), Duomo di Modena. Il Vangelo di questa domenica ci riporta nell’atmosfera dell’ultima cena, quando Gesù lascia ai discepoli il comandamento dell’amore, dopo aver lavato loro i piedi. Una scena che, nel ciclo delle Storie della Passione, trova spazio fra le lastre che vediamo oggi nella balaustra o pontile del Duomo di Modena secondo la risistemazione operata con i restauri tra ‘800 e ‘900. Gesù, cinto dell’asciugatoio, sta lavando i piedi degli apostoli, in particolare ad uno di loro, molto probabilmente Simon Pietro: nella cornice si legge la parola “mandatum”, chiaro accenno al comandamento “che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.
I tre apostoli reggono in mano il libro del Vangelo, particolare in cui si può cogliere un riferimento alla “nuova legge” annunciata da Cristo nell’ultima cena, come sintesi del Vangelo stesso. La marcata gestualità e l’espressività delle figure reinterpretano in modo molto originale i modelli dell’arte classica. Attribuite tradizionalmente ad artisti del gruppo dei Maestri Campionesi – originari del comasco -, oggi, in base alla loro cronologia, le Storie della Passione sono da alcuni assegnate a maestranze padane vicine a quelle che lavorarono al battistero di Parma.