La
Etica della vita
Pubblicato il Maggio 29, 2024

La malaria di nuovo in Italia

Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon

La malaria è una malattia infettiva provocata da un parassita (Plasmodium) trasmessa all’uomo attraverso la puntura di una zanzara del genere Anopheles. Come si può intuire, il Plasmodium si contrae nelle località dove è presente la zanzara vettore, quindi, soprattutto nei Paesi tropicali e subtropicali. La malaria è una patologia estremamente seria e, all’incirca ogni anno, quasi un milione di persone nel mondo muore a causa di questa malattia. Anche in Italia, in alcune Regioni e in anni passati, la presenza del vettore ha veicolato nel nostro Paese il parassita e oggi, dopo cinquant’anni, precisamente in Puglia, è riapparso questo genere di zanzara. Nella maggior parte delle volte, i casi di malattia annuali che si verificano in Italia, sono legati principalmente ai turisti che rientrano da Paesi interessati dalla malaria e all’immigrazione da tali Paesi o al trasporto involontario di zanzare infette da aree endemiche.

Nel settembre del 2022, però, un esemplare di Anopheles sacharovi, vettore storico della malaria in Italia, la cui ultima segnalazione risale alla fine degli anni ‘60, è stato intercettato nel comune di Lecce. Questo evento, oltre ad allarmarci in ordine al rischio di malattia, ci preoccupa in ragione del fatto che è un altro segno del cambiamento climatico di cui stiamo assistendo in questi anni. Che alcuni generi di zanzara possano abitare il nostro clima, significa che questo sta cambiando veramente, però, non dobbiamo nemmeno allarmarci troppo, presagendo uno scenario estivo pieno di vittime di punture malariche. Ciò che sta avvenendo è certamente un avvertimento che impone di prendere seri provvedimenti per migliorare ancora di più la sorveglianza delle zanzare riducendone la circolazione e, a monte, attivarci per un controllo sempre maggiore delle cause che portano ad uno sconvolgimento ambientale predisponente a malattie incontrate in tempi remoti ma che incombono ancora oggi sulle nostre teste.

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