Prospettive per gli xenotrapianti
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Si definisce xenotrapianto il tipo di trapianto effettuato sull’uomo da donatori diversi dall’uomo. Questo tipo di intervento è estremamente interessante, soprattutto in un contesto di povertà di organi da donare, anche se gli interrogativi, sia etici che scientifici, sono tanti. Quest’anno a Boston, un rene di maiale geneticamente modificato (reso geneticamente il più affine possibile all’organismo umano per scongiurare il cosiddetto rigetto) è stato impiantato in un uomo affetto da una malattia renale terminale. Questa procedura è veramente all’avanguardia, in quanto, in passato, questo tipo di prassi era stata applicata solo su persone in morte cerebrale. Il signor Richard Slayman aveva già ricevuto, anni fa, un impianto di organo da umano ma purtroppo era stato rigettato.
Ritornato alla dialisi le sue condizioni erano diventate pessime, con gravi compromissioni vascolari e una spettanza di vita che non superava i sei anni. Tanto per dare un’idea su quanto questa tecnica, se validata, potrebbe dare risultati sorprendenti, si pensi che sono oltre 800.000 gli americani che soffrono di insufficienza renale e necessitano di dialisi (procedura che filtra le tossine dal sangue). Oltre 100.000 persona ammalate sono in lista d’attesa per ricevere un rene trapiantato da un donatore umano vivo o morto. Inoltre, decine di milioni di americani soffrono di malattie renali croniche, che possono portare a insufficienza d’organo. “Se i reni di animali geneticamente modificati potessero essere trapiantati su larga scala, la dialisi diventerebbe obsoleta”, ha affermato al New York Times il dottor Leonardo V. Riella, direttore medico per i trapianti di rene al Mass. General Hospital.
Ovviamente deve passare un congruo periodo di tempo e un monitoraggio stretto per capire i benefici, i rischi e le complicanze di un intervento di questo genere. Sicuramente se, nell’andare del tempo, le cose vanno come ci si aspetta che vadano o, meglio, come si spera che vadano, questa potrebbe veramente essere una strategia risolutrice per diverse insufficienze renali a fronte di una scarsa ricchezza di organi umani da impiantare. Questa modalità potrebbe addirittura soppiantare la noiosa e pesante dialisi. Attraverso un’accurata messa a punto della tecnica e un’adeguata riflessione etica non dovrebbero esserci grossi problemi per far diventare prassi consueta gli xenotrapianti.