Determinati o no?
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Se guardiamo l’uomo sotto diversi profili: teologico, storico, etico, filosofico… scorgiamo una legge generale di necessità alla quale egli stesso è soggetto. Oggi si parla molto di determinismo, una necessità causale che presuppone un rapporto tra eventi di carattere deterministico, però, allo stesso tempo, c’è un chiaro sentore nell’uomo di poter fare ciò che decide di fare. Si potrebbe dire che ci si sente necessitati da una parte ma anche liberi da un’altra. Questa impostazione è estremamente importante dal punto di vista etico anche se, per alcuni autori, quello della libertà è un mistero insolubile a cui nessuno ancora è in grado di darne una spiegazione accettabile. La disciplina che un tempo giustificava a spada tratta la determinazione, la fisica, oggi rinuncia. La meccanica quantistica afferma che il determinismo non è la teoria più adeguata nel descrivere i fenomeni naturali in quanto, al contrario, sarebbero spiegabili proprio attraverso un’ipotesi indeterministica: questa sarebbe la prova provata dell’esistenza di quella libertà umana che poc’anzi dicevamo essere forse un’utopia. Chi oggi porta avanti l’idea del determinismo è più la scienza biologica che, in una qualche maniera, ha sostituito la fisica nell’affermare la validità dell’ipotesi deterministica mettendo in discussione, addirittura, l’esistenza del libero arbitrio umano: credersi liberi è solo una illusione. Davanti a questo schematico approccio esplicativo di un tema, si comprende quanto sia indispensabile approfondirlo, non solo per questioni etiche o morali o addirittura metafisiche ma all’interno di tutto un assetto antropologico che tocca l’uomo da vicino. Sbriciolando il tutto in un’argomentazione bioetica possiamo quindi chiederci quale responsabilità morale in una libertà umana che è condizionata da diversi fattori: che colpa ne ho io se agisco in quella maniera perché sono stato necessitato ad agire in quella sola maniera? Non esisterebbe quindi più responsabilità morale ma solo una mera obbedienza a un meccanismo simile a un grilletto che innesca un processo di sparo. Se questo lo applichiamo alle nostre quotidiane problematiche di bioetica comprendiamo la portata enorme di un discorso di questo tipo. In tantissimi libri, studi, articoli, queste tematiche stanno prendendo forza… è solo un modo per togliere all’uomo la responsabilità dei suoi atti oppure la nostra libertà di scegliere è veramente illusoria?