“Dentro questa pasta”, da Bernardino da Siena a papa Leone XIV
di Luigi Lamma
“Cittadini miei, io vi predico pace… O voi che avete buona volontà, non vi tirate adietro, seguitate questa pace per l’amore di colui el quale ve la raccomanda”. Senza sapere che Leone XIV si sarebbe presentato al mondo proprio con il saluto di Cristo Risorto “La pace sia con tuti voi!” e che l’assillo della pace avrebbe connotato così decisamente i suoi primi atti ufficiali, l’appello del grande San Bernardino da Siena, risuonato su queste pagine all’inizio del mese dedicato al nostro Santo Patrono, si colloca in perfetta sintonia. Nei tempi che stiamo vivendo, purtroppo, “vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri” ci ha ricordato il Papa nell’omelia di inizio pontificato. Rischia di prendere il sopravvento un certo fatalismo, se nulla cambia che senso ha impegnarsi? Secoli di annuncio cristiano cosa hanno prodotto? Nessuna fuga, anzi, qui sta il primo, forte richiamo di Leone XIV che ci conferma: “noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo,
con umiltà e con gioia: guardate a Cristo!”. Ecco l’altro elemento di contiguità con l’eredità della predicazione bernardiniana: “l’amore di Colui el quale ve la raccomanda”, invocare il nome di Gesù “non è una formula magica da pronunciare con le labbra, ma è una relazione da vivere: chiedere ‘nel nome’ di Gesù significa amarlo e osservare i suoi comandamenti” ha affermato il vescovo Erio. Essere “dentro questa pasta”, ovvero dentro queste città, come “lievito di unità, di comunione, di fraternità”: è questo a ben vedere lo stile e il senso profondo con cui la chiesa carpigiana si è spesa per celebrare, anche quest’anno, il santo patrono.