Memoria. Il ponte della “Pioppa” compie 100 anni
La struttura sul Secchia che unisce San Possidonio e Rovereto
di Andrea Beltrami
Ricorrono, proprio in questi giorni, i cento anni dall’apertura del Ponte della “Pioppa” sul fiume Secchia che da Rovereto conduce a San Possidonio (e viceversa). La cerimonia avviene il 24 maggio 1925 in occasione della venuta a Carpi del ministro dell’Economia Nazionale, il senatore Cesare Nava, giunto in città per l’inaugurazione del parco delle Rimembranze. Desiderato da tempo dalla popolazione e dai comuni interessati, il progetto del ponte parte nel 1919 su iniziativa del Comune di San Possidonio per far fronte alla disoccupazione dei braccianti reduci dalla guerra. Lo studio dell’opera è affidato all’ingegner Renzo Bertolani per una spesa complessiva di un milione di lire. Dopo anni di progettazione e ricerca, i lavori partono nel febbraio 1923 a cura dell’impresa Ragazzi di Milano e già dalla primavera dello stesso anno si potevano vedere i grandi scavi e la posa delle fondazioni con relative pile di supporto. In settembre il ponte prendeva la prima forma grazie alla costruzione delle centine per contenere il grande arcone, con l’impiego di trecento metri cubi di calcestruzzo posti in opera con un lavoro ininterrotto di una settimana. In un anno vennero innalzati i pilastri e le spalle, i travoni laterali e la sovrastruttura centrale unitamente al corredo dei marciapiedi e dei parapetti. La conclusione avviene il 7 giugno 1924 con il collaudo dell’ingegner Puppini. La cerimonia di inaugurazione viene organizzata dalla Provincia con grande solennità e l’intervento di personalità, oltre alla grande partecipazione di pubblico curioso di vedere la poderosa opera e soddisfatto di poter beneficiare di un collegamento importante per la circolazione dei mezzi di trasporto e agricoli. Presenti anche coloro che manualmente hanno costruito il ponte, gli operai di Budrione e Fossoli, assieme agli abitanti di San Possidonio. Il vescovo di Carpi, monsignor Pranzini, celebra la Messa su un altare predisposto all’occasione e benedice il ponte; due bande accompagnano il momento che le cronache del tempo definiscono imponente e suggestivo per la solennità e la grande partecipazione. Come per il Parco delle Rimembranze, anche per il Ponte della “Pioppa” c’è un momento di commemorazione e di discorso delle autorità seguito dai convenuti in tribune allestite a ridosso della struttura. Dopo il taglio del nastro, posto all’ingresso del ponte arrivando da Rovereto, il corteo percorre i 104 metri sul Secchia giungendo nel territorio di San Possidonio dove è accolto da altrettanta folla arrivata con bandiere e vessilli. Una giornata, quella del 24 maggio 1925, piena di eventi e di manifestazioni che ci riportano indietro di un secolo raccontandoci di opere di cui ancora oggi vediamo gli sviluppi e le trasformazioni, facendoci rivivere emozioni e suggestioni provate dai presenti entusiasti di avere un parco a ricordo dei loro cari e un ponte di collegamento tra Novi e San Possidonio.