«Siamo un popolo in cammino». Papa Leone chiede a movimenti, associazioni e comunità di vivere la “sinodalità”
Diversi gruppi della diocesi di Carpi hanno partecipato al Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità che si è svolto a Roma il 7 e 8 giugno. Occasione importante per cogliere dalle parole del Papa le attese per una rinnovata presenza di queste realtà nella chiesa e nella società.
di M. Michela Nicolais
Diversi gruppi della diocesi di Carpi hanno partecipato al Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità che si è svolto a Roma il 7 e 8 giugno. Occasione importante per cogliere dalle parole del Papa le attese per una rinnovata presenza di queste realtà nella chiesa e nella società.
“Questa piazza San Pietro, che è come un abbraccio aperto e accogliente, esprime magnificamente la comunione della Chiesa, sperimentata da ognuno di voi nelle diverse esperienze associative e comunitarie, molte delle quali rappresentano frutti del Concilio Vaticano II”. E’ il saluto di Leone XIV ai movimenti, alle associazioni e alle nuove comunità che la sera di sabato 7 giugno, in 70mila, hanno affollato piazza San Pietro per la Veglia di Pentecoste, che si inserisce nell’appuntamento giubilare a loro dedicato. “Non molte missioni, ma un’unica missione. Non introversi e litigiosi, ma estroversi e luminosi”, le prime due consegne del Papa. “Dio ha creato il mondo perché noi fossimo insieme”, ha spiegato Leone XIV, che durante l’omelia ha fatto risuonare più volte il termine “sinodalità”, “il nome ecclesiale di questa consapevolezza”: “È la via che domanda a ciascuno di riconoscere il proprio debito e il proprio tesoro, sentendosi parte di un intero, fuori dal quale tutto appassisce, anche il più originale dei carismi”. “Tutta la creazione esiste solo nella modalità dell’essere insieme, talvolta pericoloso, ma pur sempre un essere insieme”, ha ribadito il Pontefice sulla scorta della Laudato sì: “E ciò che noi chiamiamo storia prende forma solo nella modalità del riunirsi, del vivere insieme, spesso pieno di dissidi, ma pur sempre un vivere insieme. Il contrario è mortale, ma purtroppo è sotto i nostri occhi, ogni giorno”. “Siano allora le vostre aggregazioni e comunità delle palestre di fraternità e di partecipazione, non solo in quanto luoghi di incontro, ma in quanto luoghi di spiritualità”, il mandato del Papa. “La sera della mia elezione, guardando con commozione il popolo di Dio qui raccolto, ho ricordato la parola ‘sinodalità’, che esprime felicemente il modo in cui lo Spirito modella la Chiesa”, ha ribadito Leone XIV a proposito di una delle parole-chiave, fin dall’esordio, del suo pontificato: “In questa parola risuona il syn – il con – che costituisce il segreto della vita di Dio. Dio non è solitudine. Dio è “con” in sé stesso – Padre, Figlio e Spirito Santo – ed è Dio con noi. Allo stesso tempo, sinodalità ci ricorda la strada – odós – perché dove c’è lo Spirito c’è movimento, c’è cammino”.
“Siamo un popolo in cammino”, l’identikit del Pontefice, secondo il quale “questa coscienza non ci allontana ma ci immerge nell’umanità, come il lievito nella pasta, che la fa tutta fermentare”. “In un mondo lacerato e senza pace lo Spirito Santo ci educa a camminare insieme”, l’auspicio per questo Giubileo: “La terra riposerà, la giustizia si affermerà, i poveri gioiranno, la pace tornerà se non ci muoveremo più come predatori, ma come pellegrini. Non più ognuno per sé, ma armonizzando i nostri passi ai passi altrui. Non consumando il mondo con voracità, ma coltivandolo e custodendolo, come ci insegna l’Enciclica Laudato si’”. “Per seguire Gesù non occorrono sostenitori potenti, compromessi mondani, strategie emozionali”, ha ammonito il Papa: “l’evangelizzazione è opera di Dio e, se talvolta passa attraverso le nostre persone, è per i legami che rende possibili”. “Siate legati profondamente a ciascuna delle Chiese particolari e delle comunità parrocchiali dove alimentate e spendete i vostri carismi”, la consegna finale: “Attorno ai vostri vescovi e in sinergia con tutte le altre membra del Corpo di Cristo agiremo, allora, in armoniosa sintonia. Le sfide che l’umanità ha di fronte saranno meno spaventose, il futuro sarà meno buio, il discernimento meno diffi cile. Se insieme obbediremo allo Spirito Santo!”. “Lo Spirito di Gesù cambia il mondo, perché cambia i cuori”, ha garantito il Papa, esortando i presenti a vivere “quella dimensione contemplativa della vita che sconfessa l’autoaffermazione, la mormorazione, lo spirito di contesa, il dominio delle coscienze e delle risorse”, perché “il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà”. “L’autentica spiritualità impegna allo sviluppo umano integrale: non è una conquista umana del mondo, è la via delle Beatitudini, una strada che percorriamo insieme, tesi fra il ‘già’ e il ‘non ancora’, affamati e assetati di giustizia, poveri di spirito, misericordiosi, miti, puri di cuore, operatori di pace”.