Una candela accesa nella notte: il nuovo brano di Giacomo Lariccia con Noa e Mira Awad
La canzone è firmata dal cantautore italiano Giacomo Lariccia, che vede la straordinaria partecipazione di Noa e Mira Awad, due tra le voci più intense e significative della scena musicale internazionale, protagoniste di un lungo impegno per la pace e il dialogo tra i popoli.
Una fiamma accesa nel buio, fragile ma capace di sfidare l’oscurità. È l’immagine evocata da Candela nell’oscurità, il nuovo brano del cantautore italiano Giacomo Lariccia, impreziosito dalla partecipazione di due voci d’eccezione: Noa e Mira Awad. Un incontro artistico che diventa ponte tra culture, lingue e fedi diverse, un inno alla speranza in tempi difficili.
La canzone, intensa e ricca di sfumature, nasce da una riflessione profonda sull’umanità ferita e sull’urgenza di continuare a credere nella luce, anche quando tutto sembra precipitare nel buio. Il testo essenziale ma denso parla di ferite e rinascite, di silenzi che trovano voce, di un cammino che attraversa l’ombra senza smettere di cercare il chiarore.
Noa, cantante israeliana di fama internazionale, e Mira Awad, artista arabo-cristiana da sempre impegnata per il dialogo e la convivenza, conferiscono al brano un significato ancora più forte: Candela nell’oscurità diventa simbolo di riconciliazione, messaggio di pace affidato alla musica, laddove le parole spesso non bastano.
La voce di Lariccia, accompagnata da arrangiamenti acustici sobri e caldi, diventa strumento di prossimità. Racconta una storia personale, sì, ma in cui molti possono riconoscersi: la fatica di non cedere, la forza di continuare a credere, la scelta quotidiana di alimentare una speranza concreta.
Il brano si inserisce in un percorso artistico coerente che vede da tempo Lariccia impegnato a coniugare musica e spiritualità, parole e impegno civile. Candela nell’oscurità non è soltanto una canzone: è un gesto di fiducia, un atto di resistenza interiore. Perché anche nella notte più buia, una piccola luce può bastare a ricordarci che il buio non ha l’ultima parola.