Spiritualità. Il Cantico delle Creature inno alla bellezza e anticipo di paradiso
Il commento del prof. Marco Bartoli a Carpi ospite dell’Ordine Francescano Secolare
Il prof. Marco Bartoli con le Sorelle Clarisse e alcuni membri dell’Ordine Francescano Secolare
Il Cantico delle Creature di San Francesco è stato al centro della lezione tenuta da Marco Bartoli, docente di storia medievale alla LUMSA di Roma e uno dei massimi studiosi della storia del movimento francescano, la sera del 10 ottobre, presso la chiesa di Santa Chiara a Carpi, ospite delle Sorelle Clarisse e dell’Ordine Francescano Secolare. A pochi mesi dall’inizio delle celebrazioni per l’VIII centenario della morte di San Francesco, anche il Cantico, datato 1224, è stato oggetto di speciali approfondimenti negli ultimi tempi. La relazione del prof. Bartoli, dopo un’introduzione biografica che ne ha contestualizzato la genesi in relazione alle condizioni di vita di Francesco, “debole, malato, con alle spalle più di vent’anni di viaggi e spostamenti, già considerato santo dal popolo e con i problemi con i frati”, ha evidenziato il particolare stato di sofferenza fisica in cui versava il Santo. Un tempo di prova tremendo, assalito dai dolori e dai topi che gli impedivano di riposare e di pregare, ma vissuto come lotta contro la tentazione alla ribellione che invece ha consentito la scoperta di un senso alla sofferenza, un modo per interrogare Dio e trovare come risposta la certezza di partecipare al Regno di Dio. Ecco allora la decisione: “Voglio fare una lauda…” per manifestare agli uomini che il Regno di Dio è qui e si esprime innanzitutto attraverso i beni che Dio ha messo a disposizione degli uomini. Lode a Dio, consolazione per gli afflitti ed edificazione del prossimo sono le tre chiavi di lettura con le quali affrontare l’analisi completa del Cantico e che il relatore ha sapientemente approfondito non solo da un punto di vista letterario ma anche nelle sue dimensioni spirituali capaci di toccare le corde degli uomini e delle donne e di ogni tempo. Tra i numerosi passaggi tratti dalle fonti francescane in particolare lo “Speculum perfectionis”, uno ha colpito il pubblico per un episodio poco noto specie se collegato al Cantico. Si racconta che il Vescovo e il Podestà di Assisi erano entrati in un grave conflitto e che Francesco volle subito ricomporre e per questo inviò due frati invitandoli a cantare il Cantico di fronte ai due contendenti per invocare il reciproco perdono e così avvenne realmente. E’ la prima dimostrazione che ha reso il Cantico, fin da subito, una preghiera per la pace. Può un canto cambiare una vita? Può un canto cambiare la storia? Sono le domande che sorgono spontanee di fronte a tale miracolo sgorgato da un’anima ormai uniformata al Dio Altissimo, e che nel corso dei secoli hanno avuto molteplici conferme nelle storie personali e collettive. Un inno alla bellezza che ci parla del paradiso qui e ora e non solo di quello futuro che già apparteneva a Francesco. Al termine dell’incontro le domande dei presenti hanno offerto la passibilità al prof. Bartoli di approfondire alcuni aspetti del Cantico come il senso della parola “perdono” che per la prima volta appare scritta in un testo in italiano, i riferimenti biblici di Francesco, l’autenticità del suo messaggio che precede ogni pacifismo ed ecologismo.
Luigi Lamma
Altri approfondimenti nell’intervista al prof. Marco Bartoli e nella registrazione integrale della conferenza




