Diario missionario dal Brasile /11
Nella rubrica “Diario missionario dal Brasile” gli appunti di viaggio quotidiani inviati da don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi, e da don Francesco Cavazzuti junior, in visita al Paese sudamericano insieme al vescovo Erio Castellucci, a Francesco Panigadi, direttore del Centro Missionario di Modena, e a un gruppo di volontari modenesi
Giorno 11 – Tapurucuara mirì (Stato dell’Amazonas)
La sveglia è prestino, ci attende una bella avventura lungo il Rio Negro. Guidati da don Maurizio Setti conosceremo più da vicino la pastorale dell’itineranza.
Molto coinvolgente il viaggio in barca. Un’ora e mezza di adrenalina e immersione nella bellezza dell’Amazzonia. Il fiume e la foresta sono i padroni della festa (cit.). Non ci stanchiamo di scattare foto.
Arriviamo dove vive una comunità indigena. Cinquanta persone al massimo, metà bambini (bellissimi). Ci accolgono con grande calore, guidati dal capo villaggio e dal catechista. Il vescovo Vanthuy è la prima volta che li incontra. Alla celebrazione della messa è seguita una bella “comida”: tanto cibo genuino (ho assaggiato il succo di açaí e mangiato anche il piranha!).
Il momento più suggestivo sono stati i balli “tribalism” che hanno messo in scena per salutarci e darci l’arrivederci.
Qualche questione rimane aperta per me dopo questa prima esperienza: come mai non ci sono bambini “speciali”, perché tanta sporcizia in giro e come mai tante lattine di birra nei sacchi fuori dalle porte. Devono essere microcosmi in grande difficoltà nel confronto con il nostro (pseudo)sviluppo di matrice occidentale.
Il ritorno sul grande fiume (almeno quattro volte il Po) è affascinante come l’andata. Facciamo una pausa dentro la foresta a cercare i ruderi di una torre di controllo di un mercante di schiavi attivo in quest’area fino ai primi del ‘900. Ci sentiamo un po’ Indiana Jones.
Chiudiamo la giornata col pellegrinaggio giubilare sulla collina “morra da boa Esperança”, con le stazioni della via crucis. Ma all’arrivo un panorama della città, del fiume e della foresta, da sogno.
Don Antonio Dotti