Una Y fa la differenza
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
La medicina è sempre di più orientata verso cure personalizzate che sembrerebbero essere le più efficaci. Nei mammiferi i cromosomi che determinano il sesso sono il cromosoma X e il cromosoma Y. Se un individuo ha nel suo patrimonio genetico la coppia XY significa che è maschio, anche se i geni localizzati sui cromosomi X e Y non sono esclusivamente coinvolti nella determinazione del sesso e dei caratteri sessuali. Recentemente si è dimostrato che il cromosoma Y gioca un ruolo fondamentale all’interno della perenne lotta dei tumori, infatti, si è appurato che le cellule maligne e le cellule del sistema immunitario possono perdere il loro cromosoma Y, ovviamente, nelle persone di sesso maschile, anche se di per sé, questo fenomeno avviene naturalmente man mano che le cellule invecchiano. Questa scoperta pubblicata sulla rivista Nature è firmata da un gruppo statunitense il quale ha studiato e confermato come un’elevata percentuale di uomini va incontro alla perdita del cromosoma Y, sia naturalmente, sia in situazioni patologiche. Questa constatazione potrebbe avere ricadute terapeutiche, condurre a terapie più efficaci per i maschi. I ricercatori sostengono che la perdita di questo cromosoma, sia nelle cellule tumorali che nelle cellule del sistema immunitario, conduce ad un aumento dell’aggressività del cancro, anche perché, d’altro canto, il sistema immunitario è più compromesso. Nelle terapie che prevedono un prelievo delle cellule del sistema immunitario, una loro manipolazione e rinfusione, se sì riuscisse a correggere la mancanza delle Y si andrebbe ad aumentare l’efficacia della cura. Per tale motivo, viene esaminato il cromosoma Y delle cellule CAR-T (sono linfociti T quindi del sistema immunitario, geneticamente modificate per produrre un recettore delle cellule T artificiale, utilizzate attualmente in ematologia per la terapia di alcuni tumori del sangue) prima che siano reinfuse nei pazienti maschi.