Lutto.
Attualità, Modena
Pubblicato il Luglio 25, 2025

Lutto. La scomparsa del diacono Gabriele Benatti

Per anni è stato direttore del Charitas di Modena e aveva avviato il Servizio interdiocesano per le persone con disabilità

Carpi, 4 dicembre 2024, celebrazione eucaristica in occasione della Giornata internazionale per le persone con disabilità a cui ha partecipato il diacono Gabriele Benatti

Domenica 20 luglio, dopo una lunga malattia, è morto, all’età di 72 anni, il diacono permanente Gabriele Benatti, già direttore del Servizio Interdiocesano per le persone con disabilità, e per molti anni direttore dell’istituto Charitas di Modena. Con la moglie Raffaella aveva svolto un periodo di volontariato internazionale con il CEFA e poi aveva condiviso altri servizi diocesani come la pastorale familiare. La celebrazione eucaristica delle esequie, presiedute da mons. Enrico Solmi, concelebranti mons. Erio Castellucci e mons. Lio Pizzi, insieme a numerosi sacerdoti e diaconi, si è svolta lo scorso 24 luglio, nella chiesa di San Faustino che ha faticato a contenere tutte le persone intervenute per stringersi vicino alla famiglia e alla comunità diocesana. Nel periodo in cui ha avuto la responsabilità della direzione del Charitas, dal 1989 al 2018, Benatti ha avviato un profondo rinnovamento che ha aperto l’istituto alla città e alla società. In virtù di questa esperienza professionale e di una spiccata sensibilità il vescovo Castellucci gli aveva affidato l’incarico di direttore del Servizio interdiocesano per le persone con disabilità, grazie al quale si era fatto conoscere e apprezzare anche nella diocesi di Carpi, avviando collaborazioni e iniziative con le varie realtà presenti sul territorio a livello ecclesiale e civile. Di seguito pubblichiamo il ricordo di Chiara Arletti, attuale direttrice di Asp Charitas.

Era il lontano 1989 quando Gabriele è arrivato al Charitas. Allora il Charitas era ben diverso da oggi: espressione del suo tempo e della cultura verso la disabilità di quegli anni. Un luogo difficile, complesso, spesso evitato. E infatti, come era solito raccontare con quel suo modo ironico e disarmante, era finito lì “perché nessuno ci voleva andare”, e aggiungeva con un sorriso: “Quando i cavalli non ci sono, vanno bene anche i somari”. Gabriele, con il suo spirito di servizio, ha accettato la sfida. L’ha fatto come ha sempre fatto nella vita: con dedizione, senza protagonismi, e con quella fede concreta che dava senso a ogni gesto. Tutti lo ricordiamo girare per i corridoi con la sua inseparabile cartellina sotto il braccio, e le sue frasi che ripeteva con convinzione: “Da soli non siamo niente. Non lo dimentichi mai”.  Con lui abbiamo condiviso anche episodi che oggi fanno sorridere, come quella volta in cui – per recuperare un quadro di mons. Gerosa scoperto in un sottotetto di un convento di suore – lui intratteneva le suore con chiacchiere e racconti, mentre il nostro manutentore Raffaele lo prendeva. Scherzando Gabriele ha detto di aver portato a termine l’Operazione Sant’Ermanno”. Quel quadro oggi è appeso proprio al Charitas. Gabriele amava parlare, questo è noto a tutti i presenti. Spesso ci raccontava della sua esperienza in Africa. Diceva che, se c’erano motivi di speranza in luoghi apparentemente disperati, allora ce n’erano certamente anche al Charitas. Per cui non dovevamo lamentarci delle difficoltà, ma guardare avanti, sempre. Credeva profondamente nella Provvidenza. Ci raccontava che, nei momenti più duri, alzava gli occhi al cielo e chiedeva aiuto. E l’aiuto arrivava.  Un giorno, poco prima della Vigilia di Natale, la cuoca Antonietta mi chiamò per dirmi che non erano arrivati panettoni e pandori per il pranzo: un problema, perché al Charitas possiamo sbagliare tutto… ma sul cibo non possono esserci margini di errore! Mentre cercavamo una soluzione, due ragazzi si presentarono al cancello: era Natale, volevano fare una donazione. Panettoni e pandori. Esattamente il numero che ci serviva. Quando l’ho raccontato a Gabriele, ha sorriso e ha detto: “Quando siete in difficoltà, guardate il cielo”. Oggi noi alziamo lo sguardo al cielo, proprio come ci ha insegnato lui. Con gratitudine, affetto e speranza. Grazie, Gabriele.

Chiara Arletti, direttrice Asp Charitas

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